Processo Open Arms, Richard Gere: "Io in cerca di visibilità? Farò solo il testimone e voglio l'anonimato"
L'attore, in un'intervista esclusiva al Guardian, commenta la vicenda giudiziaria che coinvolge il leader della Lega Salvini: "Non lo conosco, mai incontrato. Dirò solo la verità"
Migranti, Richard Gere a bordo della Open Arms per portare viveri
"Dirò solo la verità, dirò solo quello che ho vissuto. Parlerò per le persone che non hanno voce. Non riguarda me. Io sono assolutamente irrilevante. Posso essere invisibile. Io sono solo un testimone": così al quotidiano Guardian l'attore Richard Gere, ammesso come testimone al processo per il caso Open Arms. E all'accusa di essere in cerca di visibilità risponde: "Semmai di anonimato. Non conosco Meloni, Salvini. Mai incontrati".
La vicenda - Nell'estate del 2019 l'attore raggiunge la nave dell'ong spagnola bloccata al largo di Lampedusa con viveri per i migranti. "C'erano più di cento persone a bordo - ha raccontato al quotidiano britannico - mi sono vergognato per il fatto che noi abbiamo così tanto e non siamo in grado di abbracciare questi esseri umani, nostri fratelli e sorelle che erano affamati, traumatizzati. Se gli fosse stato detto che la barca sarebbe tornata in Libia, si sarebbero gettati in acqua e sarebbero annegati, e ho sentito che era nostra responsabilità portare quanta più luce possibile".
"Ero in Italia a far visita a un amico, quell'estate. Gli ho chiesto di spiegarmi la nuova legge sui migranti di cui si parlava tanto. Mi ha detto: 'Diventerà reato salvare migranti in mare'. Gli risposi: 'Non può essere, è uno scherzo'. Voglio dire: questo avviene in Italia, un Paese così profondamente cristiano? Può diventare reato aiutare chi ha bisogno? Non potevo crederci, mi sembrava incredibile".
Così Gere volò in Sicilia con il figlio, per poi raggiungere, con una piccola imbarcazione carica di viveri e acqua, la nave Open Arms. "Mi sono presentato - ha aggiunto - li ho guardati negli occhi. La maggior parte di loro non mi conosceva, non sapeva chi fossi. Per loro ero solo un lavoratore che portava del cibo e faceva del suo meglio per sorridere ed essere gentile. Abbiamo portato acqua e cibo e, forse, un senso di speranza".
Salvini a Gere: "Non giudichi l'Italia e gli italiani" - "Qualcuno avvisi il miliardario americano che grazie alla mia azione al governo abbiamo dimezzato il numero di morti e dispersi nel Mediterraneo, assicurando degna accoglienza ai profughi veri. Se ignora le leggi italiane e le giudica lo stesso non fa bella figura, se lo lasciano indifferente morti, sofferenza e illegalità, ha ben poco di cristiano e solidale. Io non giudico lui come uomo e attore e non giudico le leggi del suo Paese, lui eviti di giudicare l'Italia e gli italiani". Così il leader della Lega Matteo Salvini ha replicato alle frasi dell'attore nell'intervista al Guardian.
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