AL MANZONI DI MILANO IL 21 NOVEMBRE

Monica Bellucci è Maria Callas: "Che emozione raccontare la sua modernità e fragilità"

L'attrice e modella sul palco del Manzoni di Milano il 21 novembre racconta a Tgcom24 il suo incontro con la Divina

di Antonella Fagà

"Forte, esigente e dedita al suo lavoro anima e corpo, come appariva esternamente... ma anche un uccellino fragile e vulnerabile, come era dentro di sé", così Monica Bellucci descrive a Tgcom24 Maria Callas, di cui il 21 novembre vestirà i panni sul palco del Teatro Manzoni di Milano. "Maria Callas - Lettere e Memorie" il titolo di questa pièce, con la regia di Tom Volf, che ha già fatto sold out in molti teatri d'Europa, dal Portogallo alla Grecia. Un ritratto commovente e toccante, che riporta in vita il soprano ripercorrendone, attraverso le sue lettere più intime, documenti e materiali di archivio inediti, i momenti più significativi, dall’infanzia a New York, agli anni della guerra ad Atene, dal debutto in sordina all’Opera ai successi, tra scandali e tribolazioni personali, cadute e rinascite, l’amore idealizzato per suo marito e la passione travolgente per Onassis...

Sul palco Monica Bellucci, che veste un abito appartenuto proprio alla cantante, ci trasporta nel salotto della Callas, riportandone in vita lo spirito attraverso le sue parole e svelando la donna che si cela dietro la leggenda: “Un giorno scriverò la mia biografia. Vorrei essere io a scriverla, per chiarire alcune cose. Sono state dette così tante menzogne su di me...” (Maria Callas).

Monica come è avvenuto l'incontro con Maria Callas, una scelta o una coincidenza dettata dal destino?
Questo spettacolo per me è nato perché un grande regista come Tom Volf è arrivato nella mia vita e mi ha offerto la parte. E' il destino a decidere molti avvenimenti importanti della vita. E in questo caso c'è anche una incredibile coincidenza. Tre anni fa ho lavorato per una serie tv "Mozart in the Jungle" nella quale interpretavo una cantante lirica e così mi sono documentata anche su Maria Callas... Mai avrei pensato che tre anni dopo mi avrebbero proposto di recitare nei suoi panni!

Hai deciso subito di accettare?
Ho letto queste lettere così belle ed intense, che mi hanno molto toccata e così ho vinto le mie paure, le ho sormontate e per amore della bellezza ho deciso di accettare. 

Cosa ti spaventava di più di questo debutto su un palcoscenico teatrale?

Non spaventava, ma spaventa anche ora, sempre. Il pubblico dal vivo è una grande sfida, ogni sera. Dicono che di un attore sul palco si legge la sua anima, perché è a nudo, senza la protezione dello schermo, come al cinema. A teatro c'è il diretto rapporto con il pubblico, sei vulnerabile e leggibile. In un film l'opera va in giro senza di te, a teatro tu sei sempre lì davanti al pubblico, e questa cosa è bella, però allo stesso modo sei molto vulnerabile ed esposto...

Cosa accomuna Monica a Maria?
Credo che Tom Volf abbia pensato a me per l'energia mediterranea che entrambe emaniamo. Maria Callas ha avuto più destini, è nata a New York, è andata a vivere  poi in Grecia, la sua carriera è iniziata in Italia e poi è partita per la Francia, dove ha vissuto fino alla sua morte. In qualche modo era un po' una straniera ovunque si trovasse, e io mi immedesimo in questo ruolo. Anch'io mi trovo spesso in vari paesi del mondo e a volte hai la sensazione di perdere l’appartenenza al paese dove sei nata

Monica tu parli di energia mediterranea, ma la Callas appariva piuttosto fredda e distante...

Ci sono tre Callas secondo me, quella pubblica e apparentemente distante che usava proprio la distanza come forma di protezione. Quella con un carattere forte, dedita al suo lavoro anima e corpo, attenta ed esigente con quello che faceva, abituata dai genitori, a dare il meglio di sé sin da piccola, a pretenderlo da se stessa poi anche da adulta. E poi all'interno di lei la terza Callas, Maria, un uccellino, con una grande vulnerabilità e una sensibilità... da cui nasce la sua voce divina. Veniva chiamata la tigre, ma era solo apparenza, altrimenti non sarebbe morta di crepacuore. Noi in scena portiamo Maria, non la Callas.

Cosa rappresenta per te questa donna?
La modernità, ieri e oggi, perché ha sempre lottato per la propria femminilità, ha cercato di divorziare quando ancora il divorzio non c'era. Non è una vittima. Lei decide di sacrificare prima la sua giovinezza per la sua arte e poi, quando incontra Onassis, tutto quello per cui aveva lavorato per amore, perché scopre la sua femminilità e vuole viverla fino in fondo. Ci vuole molto coraggio. Quando penso alla Maria Callas bambina, vedo delle cose che riesco a capire perché sono madre. La vedo come una bambina che non è stata mai amata davvero. Le sue lettere trasudano della domanda "ma ti sono piaciuta?" Lei era abituata a ricevere amore solo per quello che riusciva a dare. In lei c'è un grande e profondo dolore e le parole che ho letto nelle sue lettere mi hanno permesso di andare oltre l'immagine, penetrare nel lato più intimo ed emotivo, vederla come era davvero. 

Quale è stato secondo te il suo più grande dolore?
Quello di non avere avuto figli e di non aver avuto una famiglia

Come è Monica a teatro?
Avendo ricevuto così tante emozioni dalle lettere che ho letto, quello che cerco di fare, da interprete al servizio di un grande personaggio come la Callas, è trasmettere queste emozioni in maniera umile, perché racconto una sua parte intima. Se si riesce a trasmettere emozioni intime è bellissimo. Soprattutto in questo momento difficile se ne ha bisogno, si ha bisogno di qualcosa che ci fa vibrare. Quando ho letto queste lettere e queste memorie, quando recito in questa pièce teatrale, c'è sempre una grande emozione, perchè il messaggio da trasmettere è molto forte: presentare la doppia vita della Callas, tra immagine e verità, tra ciò che è vero e ciò che sembra.  

Come hanno reagito le tue figlie al tuo debutto teatrale?

A Deva, che l'ha visto per primo è piaciuto molto. Leonie l'ha visto più tardi e anche a lei è piaciuto al punto che si è iscritta ad un corso di teatro,. Direi che è già un risultato meraviglioso

Torneresti a teatro se ti proponessero qualcos'altro?
Non lo so. E' bellissimo ma è molto doloroso, poi vedremo... Ma prima di passare ad una nuova pièce avrò bisogno di un bel periodo di riabilitazione da questa.

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