La Polizia di Stato ha eseguito 29 perquisizioni, su tutto il territorio nazionale, a carico di appartenenti a sodalizi No Vax - No Green Pass molto attivi su canali Telegram. Per loro ipotizzati reati che vanno, a seconda delle posizioni, dalla costituzione e partecipazione ad associazione segreta, all'istigazione, all'interruzione di pubblico servizio e all'associazione per delinquere finalizzata a compiere danneggiamenti.
Due operazioni in Liguria e Toscana - Il Compartimento Polizia postale e delle comunicazioni della Liguria, con il coordinamento del Servizio di Polizia Postale ed in collaborazione con altri Compartimenti regionali e con le Digos delle questure territorialmente competenti, su input della Direzione centrale della Polizia di prevenzione, sta eseguendo 24 perquisizioni disposte dalla Dda della Procura della Repubblica di Genova. L'indagine è stata avviata per identificare gli autori di minacce rivolte a esponenti delle istituzioni regionali e a un medico infettivologo.
Nelle stesse ore la Digos della questura di Firenze, coordinata dalla Procura della Repubblica di quel capoluogo e dalla Direzione centrale della Polizia di prevenzione, sta eseguendo altre 5 perquisizioni a carico di altrettante persone attive in rete e ricollegabili al movimento "V--V", ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata a compiere danneggiamenti ed altri reati.
L'illusione dei no vax che usano Telegram confidando nell'impunità - Telegram è la piattaforma di chat più utilizzata da No Vax e No Green Pass. Il successo dell'app, che ad ottobre ha raggiunto quota un miliardo di download globali su Android, è nella convinzione che l'anonimato garantisca incolumità agli utenti, qualsiasi cosa scrivano. Ma le forze di polizia si sono ormai organizzate e agiscono come veri e propri "hacker", cercando di recepire informazioni uniche dagli iscritti, che possano ricondurre alla loro identità, anche entrando negli smartphone degli utenti dopo averli infettati con file corrotti.
Dipendente Asl fiorentina indicava bersagli A indicare a uno degli indagati gli hub vaccinali da colpire in Toscana era stato un dipendente della Asl fiorentina. In particolare, l'indagine ha evidenziato come l'indagato, originario della provincia di Pisa , che ad agosto aveva scritti slogan contro il centro vaccinale di Firenze "Nelson Mandela Forum", fosse anche l'autore di analoghe iniziative attuate in quegli stessi giorni a Pontedera ed Ospitaletto, nel Pisano, oltre che ad Empoli, a Castelfiorentino e lungo la Strada di Grande Comunicazione "Fi.Pi.Li". L'uomo aveva ricevuto informazioni sull'esatta dislocazione di centri vaccinali e drive through appunto da un dipendente dell'Asl fiorentina.