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Parlamento, Corriere della Sera: deputati e senatori avranno la pensione anche senza anzianità | La Camera: sentenza inesistente

Botta e risposta tra il giornale milanese e il Consiglio di Giurisdizione di palazzo Montecitorio

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Deputati e senatori possono avere la pensione anche se la legislatura dovesse terminare prima del limite fissato oggi dai regolamenti interni per riscattare la previdenza, ovvero "quattro anni, sei mesi e un giorno". E' l'accusa lanciata dal Corriere della Sera che cita due sentenze: una del Consiglio di giurisdizione di Montecitorio e una del Consiglio di garanzia di Palazzo Madama. Ma lo stesso Consiglio di Giurisdizione di Montecitorio è intervenuto per smentire la notizia: "La prima sentenza è inesistente, la seconda riguarda solo chi subentra a legislatura iniziata".

La versione del Corriere della Sera - Secondo quanto riporta il giornale milanese, ai parlamentari basterebbe versare le mensilità mancanti per avere diritto alla pensione. Ma, per il Corriere, questa non sarebbe una novità e, come esempio, riporta una precedente sentenza del novembre 2020 emessa dal Consiglio di garanzia di Palazzo Madama e una emessa nell'ottobre 2019, quando il Consiglio di giurisdizione di Montecitorio aveva riconosciuto il diritto alla pensione a dieci ex deputati, subentrati ad altri parlamentari nel corso della legislatura e che non avevano potuto maturare la pensione, pur pagando i contributi.

La replica di Montecitorio - Proprio su quest'ultima sentenza il Consiglio di Giurisdizione di palazzo Montecitorio fa chiarezza, specificando che "non esiste alcuna sentenza della Camera che stabilisce che i deputati maturerebbero la pensione in caso di scioglimento della legislatura prima di quanto previsto dalle norme in materia".

Nella nota viene spiegato il caso specifico della sentenza citata dal Corriere: "La sentenza n. 9/2019/CG del 16 ottobre 2019 esamina un caso diverso: quelli di alcuni deputati subentrati a legislatura in corso e per i quali, anche se la XVII legislatura fosse durata 5 anni (come poi effettivamente è successo) non avrebbero maturato i requisiti per l'ottenimento della pensione al compimento dei 65 anni d'età.In particolare essi lamentavano che, in questo modo, sarebbero andati dispersi i contributi che comunque avevano versato alla Camera. Il Consiglio ha deciso di consentire a questi ex deputati di completare la contribuzione degli anni mancanti al quinquennio, versando di tasca propria sia la loro quota sia quella che in condizioni normali è corrisposta dalla Camera, per un totale di circa un terzo dell'indennità dei parlamentari. Il Collegio d'appello della Camera ha confermato la sentenza precisando che gli ex deputati, per essere ammessi a pagare, devono essere stati in carica per almeno tre anni".

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