Risolvere la questione di Taiwan e riunificare la Cina "è una missione storica e un impegno incrollabile del Partito comunista ed è anche un'aspirazione condivisa da tutta la nazione ed è essenziale per realizzare il ringiovanimento nazionale". E' quanto si legge nella "risoluzione storica" di Xi Jinping, approvata la scorsa settimana dal Plenum del Partito Comunista Cinese. Un documento che definisce il presidente come uno dei leader fondamentali della storia recente della Cina.
Di cosa tratta la "risoluzione storica" - Il documento interpreta e riscrive i principali fatti della storia della Cina negli ultimi cento anni e rafforza il potere Xi Jinping, aprendo la strada a un suo terzo mandato come segretario generale del Partito e presidente del Paese. La "risoluzione sulla storia" è soltanto la terza approvata dalla fondazione del Partito comunista, nel 1921. Prima di Xi ne avevano fatta approvare una soltanto Mao Zedong, padre della rivoluzione cinese, e Deng Xiaoping, il leader che aprì la Cina all’economia di mercato e la trasformò in una potenza economica. Per entrambi, il passaggio delle rispettive "risoluzioni sulla storia" coincise con la conquista definitiva del potere sul Partito e con il loro innalzamento a figure di importanza epocale.
Il contenuto - "Abbiamo mantenuto l'iniziativa e la capacità di guidare nelle relazioni attraverso lo Stretto" di Formosa, ha rimarcato la risoluzione secondo cui "il Partito si è avvicinato alle relazioni attraverso lo Stretto alla luce delle mutate circostanze dei tempi, ha arricchito la teoria sulla riunificazione nazionale e le politiche e i principi e ha lavorato per mantenere le relazioni nello Stretto sulla giusta strada". Sotto tale aspetto, "il compagno Xi Jinping ha presentato una serie di idee e proposte importanti sul lavoro relativo a Taiwan, contribuendo così a sviluppare la politica generale del Partito per risolvere la questione nella nuova era".
Dal 2016, tuttavia, "le autorità di Taiwan (con la salita al potere della presidente Tsai Ing-wen) hanno intensificato le attività separatiste volte all'indipendenza, che hanno gravemente compromesso lo slancio dello sviluppo pacifico delle relazioni. Sostenendo il principio di una sola Cina e il Consenso del 1992, ci opponiamo fermamente ai separatisti e alle interferenze straniere. Abbiamo mantenuto l'iniziativa e la capacità di guidare nelle relazioni attraverso lo Stretto", ha aggiunto la risoluzione. Non solo si legge anche che "attraverso faticosi lavoro e lotte, il governo cinese ha ripreso l'esercizio della sovranità su Hong Kong e Macao, ponendo così fine a una storia secolare di umiliazioni".
Elogi e critiche - In conclusione Xi Jinping esprime una pesante critica a Mao Zedong, in merito agli "errori" imputati al Grande Timoniere, che hanno prodotto "un gran numero di attività criminali" in occasione del decennio della Rivoluzione Culturale, tra i periodi più controversi della Repubblica popolare. Pur definendo "corretto" il pensiero di Mao e l'applicazione del marxismo-leninismo alla realtà cinese, "purtroppo la linea corretta formata dall'VIII congresso del Partito" tenuto nel 1956 "non ha potuto essere pienamente rispettata", causando "errori". Mentre a Deng Xiaoping, Xi ha riconosciuto "il percorso per costruire e realizzare la modernizzazione socialista creando con successo il socialismo con caratteristiche cinesi".