Venti anni fa, il 16 novembre 2001, usciva in tutto il mondo "Harry Potter e la pietra filosofale", il primo degli otto film di una saga amatissima. Vent'anni che i fan dell'ormai iconico terzetto formato da Harry, Ron e Hermione, hanno trascorso col naso all'insù cercando giocatori di quidditch su manici di scopa volanti o provando, alla stazione King's Cross di Londra, a salire sull'Espresso per Hogwarts. Ma siamo "babbani", ovvero esseri umani e la magia ci è preclusa. Non al cinema o nei romanzi di J.K. Rowling però. Lì tutto è permesso... anche a noi che non siamo magici. E per festeggiare i 20 anni dell'amato maghetto "Harry Potter e la Pietra Filosofale" verrà proiettato nuovamente in sala dal 9 al 12 dicembre.
Si celebra il ventennale cinematografico dei romanzi di J.K. Rowling ed è però uno di quei casi in cui letteratura e cinema si abbracciano indissolubilmente perché chi è appassionato di quei libri lo è altrettanto delle trasposizioni cinematografiche. Harry Potter è Daniel Radcliffe e quando prendi in mano quel primo libro uscito nel 1997 è come se fosse un pop up con le immagini del cast che animano le pagine. Siamo stati prima fan dei romanzi e poi dei film e poi di tutti e due lungo l'arco di questi venti anni, cresciuti con loro e ogni volta è un tuffo nel fantasy, nel sogno, nella magia e anche un po' nelle nostre infanzie.
La saga di Harry Potter, specie dei primi film e romanzi, è una di quelle epopee generazionali cui restiamo agganciati per sempre anche se siamo diventati adulti. Il motivo è complesso: non è solo perché dentro quel mondo magico ci sono gli archetipi di morte, amore, amicizia, fiducia, potere, curiosità, conoscenza, destino, libertà e così via, ne' perché le storie sono intrise di folclore (britannico) e mitologia ma molto probabilmente perché accanto a tutto questo ci sono storie e personaggi che Joanne Rowling, negli anni '90 ricercatrice per Amnesty, insegnante di lingua inglese in Portogallo, talento fecondo ma depressa e povera secondo la leggenda degli inizi (è ora una delle donne piu' ricche della Gran Bretagna) centrò in pieno, con grande autenticità. La fantasia non basta a spiegare un successo così enorme, c'è dell'altro, forse proprio questa somiglianza al vero e se poi tutto questo è un percorso di formazione, è bingo.
Quello che sorprende sono i numeri: i libri venduti nel mondo sono 500 milioni, tradotti in 80 lingue, 12.5 milioni solo in Italia (Salani editore è stata la prima, nel 1997, a investire nella saga della Rowling con grandissimo fiuto). Gli 8 film hanno incassato 9 miliardi di dollari nel mondo, 160 milioni di euro solo in Italia con 26 milioni di presenze. I film sono trasmessi in 166 paesi e in 25 lingue. E' la franchise più amata ovunque, può contare su una fan base incredibile con 37 milioni di membri nel mondo e in crescita costante. Esistono giochi per console, 4 parchi a tema nel mondo, 2 tour dedicati a Londra e Hollywood.
Il primo libro uscì nel giugno del '97 dalla Bloosmury (dopo numerosi rifiuti di varie altre case editrici) in 500 copie, ma già ad aprile alla Bologna Bologna Children's Book Fair furono venduti i diritti per l'edizione statunitense, per 105mila dollari, la somma più alta conferita per un autore per bambini esordiente. Il successo era nell'aria e già pochi mesi dopo la pubblicazione del primo libro apparve chiaro che era una materia buona per il cinema. Il produttore cinematografico David Heyman contattò la Rowling con l'intenzione di produrre una serie rassicurandola sul fatto che sarebbe stata rispettata la fedeltà al romanzo. Heyman propose alla scrittrice varie case di produzione e lei scelse la Warner Bros. che le garantiva un certo controllo non solo dal punto di vista creativo, ma anche nell'ambito della scelta del cast e della regia, esercitando il ruolo di produttrice esecutiva. L'accordo fu firmato nel 1999: la major Usa pagò 1 milione di sterline per i diritti dei primi 4 volumi. Una delle condizioni poste dalla Rowling fu che gli attori fossero britannici almeno tra i protagonisti per garantire l'integrità culturale dell'opera e solo per Il Calice di Fuoco, il quarto, la Warner Bros.ebbe la possibilità di coinvolgere anche francesi e dell'Europa orientale. La regia fu proposta a Steven Spielberg, il quale rifiutò in quanto la sua idea di realizzare un film di animazione non venne accolta. La scelta ricadde infine su Chris Columbus, che aveva diretto Mamma ho perso l'aereo. La sceneggiatura venne affidata a Steve Kloves, la produzione a Heyman. Per il cast dei tre protagonisti l'annuncio fu rivolto a bambini tra i nove e gli undici anni.
Vennero scelti Daniel Radcliffe per la parte di Harry, Rupert Grint per Ron ed Emma Watson per Hermione. Nel cast Richard Harris per Albus Silente, Alan Rickman per Severus Piton, Maggie Smith per Minerva McGranitt, Julie Walters per Molly Weasley. Nell'ex stabilimento Rolls Royce a Nord Ovest di Londra, negli studi Leavesden che era gia' servito per Golden Eye di 007 si svolsero la gran parte delle riprese. Il plot di partenza e' arcinoto: Harry Potter è un ragazzo che scopre di essere un mago dopo aver vissuto per dieci anni con i parenti Dursley, che lo maltrattavano. I suoi genitori sono stati uccisi da Lord Voldemort quando aveva solo un anno: Harry sopravvisse grazie al sacrificio della madre riportando solo una cicatrice a forma di saetta. Ron Weasley è il migliore amico di Harry. Hermione Granger è una giovane strega nata da genitori babbani, intelligentissima e brillante. Stringe amicizia con Harry e Ron: i tre divetano inseparabili nella scuola di Hogwarts. Il resto è magia. Da rivedere anche al cinema perche' Harry Potter e la Pietra Filosofale verrà proiettato nuovamente in sala dal 9 al 12 dicembre.