'Ndrangheta, colpo alla cosca Molè: 100 misure cautelari in tutta Italia
Blitz della polizia contro una delle famiglie storiche: sequestrata anche una tonnellata di cocaina proveniente dal Sudamerica. Indagato anche un ex sindaco del Comasco
'Ndrangheta, blitz della polizia contro un clan storico: arresti in diverse Regioni
Un blitz della polizia in diverse regioni italiane ha portato all'esecuzione di oltre cento misure cautelari contro presunti appartenenti alla cosca Molè, una delle storiche famiglie di 'ndrangheta. Nel corso dell'indagine sulla cosca della Piana di Gioia Tauro è stata sequestrata anche una tonnellata di cocaina proveniente dal Sudamerica.
Ramificazioni internazionali - Le misure cautelari, emesse dalle Procure Distrettuali Antimafia di Reggio Calabria, Milano e Firenze, sono state eseguite dalle Squadre Mobili di Reggio Calabria, Milano, Firenze e Livorno, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato. I presunti appartenenti alla cosca Molè erano attivi anche in Lombardia e in Toscana, e con ramificazioni internazionali.
Dall'estorsione al traffico di droga - I reati contestati sono associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto illegale di armi, autoriciclaggio, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, produzione, traffico e cessione di sostanze stupefacenti, usura, bancarotta fraudolenta, frode fiscale e corruzione.
Indagato anche ex sindaco del Comasco Nel filone lombardo della maxi inchiesta risultano indagati anche l'ex sindaco di Lomazzo (Como) Marino Carugati e anche un ex assessore della giunta che era guidata dal primo cittadino, entrambi, tra l'altro, già condannati per bancarotta. Lo ha precisato il procuratore aggiunto della Dda milanese Alessandra Dolci nella conferenza stampa in Procura a Milano. Dolci ha messo in luce i "rapporti" tra il clan, attivo in Lombardia soprattutto tra le province di Varese e Como, e "ex pubblici amministratori", ossia i due indagati.
L'intercettazione: "Arriviamo a casa come le raccomandate" "Noi siamo come le raccomandate, arriviamo direttamente a casa". Così ha detto, intercettata, una delle persone finite in carcere. La frase che mostra "minaccia e autorevolezza" è stata citata durante la conferenza stampa indetta per spiegare il carattere di "arcaicità e modernità della 'ndrangheta", con imprenditori, come ha spiegato il procuratore facente funzioni Riccardo Targetti, costretti a diventare "complici e a fornirei l loro know-how" sia con la permanenza degli aspetti della "tradizione" violenta delle cosche.
Moglie imprenditore a pm: "Ridotti sul lastrico" Imprenditori lombardi prima "ridotti sul lastrico", attraverso meccanismi di estorsione "a tappeto" ed usura, e poi "sfruttati" per le loro competenze e con le loro imprese "divorate" dai clan. E' il quadro che è stato descritto dai pm di Milano Sara Ombra e Pasquale Addesso e dall'aggiunto della Dda Alessandra Dolci. Ombra ha raccontato anche un particolare di una testimonianza della moglie di un imprenditore ("una famiglia sul lastrico, sfrattata"), riportando le parole della donna: "Mio marito era costretto a dormire in macchina". Una "ndrangheta 2.0" che ha "cambiato rotta", stando alla descrizione di Dolci, con gli "imprenditori trasformati da vittime in strumenti di arricchimento e collusi".
L'appello del pm di Milano alla società civile "La criminalità organizzata non è un fenomeno incentrato solo in certe regioni, qua ha più difficoltà a prendere il controllo, anche politico, ma rischia di arrivare a prenderlo, se non si alza la soglia di allerta". E' l'appello alla "società civile" lanciato dal procuratore facente funzione della Procura di Milano Riccardo Targetti. "Chi si avvicina a questo mondo, per difficoltà o per timore nell'illusione di guadagnare migliori condizioni - spiega -, deve sapere che sta giocando col fuoco".
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