Abbiamo già parlato della saga di The Legend of Zelda e del suo non-titolare eroe protagonista, Link. Ma l’eroe leggendario non avrebbe avuto senso di esistere in primo luogo senza una minaccia adeguata. Questa serie si basa su un ciclo di eventi ripetuti più o meno in eterno, che ripropone una formula di equilibri di potere variandone, di volta in volta, alcune caratteristiche – ma attenzione: non significa che la storia (o meglio, le storie) non avanzi mai in maniera organica. Uno degli elementi principali della saga è proprio l’antagonista, Ganon (più tardi -dorf), una figura diabolica e dotata di poteri sconfinati. Quasi invincibile... ed è proprio in quel quasi che trova spazio l’azione del giocatore, di capitolo in capitolo.
The Legend of Zelda si basa su precisi rapporti tra le forze in gioco, rappresentate in maniera eccellente dalla Triforza, l’artefatto leggendario in cui sono state incanalate le essenze di tre diverse divinità: Din, dea del potere, Nayru, dea della saggezza e Farore, dea del coraggio. Ganon è legato alla Triforza del potere, e questo frammento è in grado di donargli poteri sconfinati, rendendolo di fatto praticamente invulnerabile; solo il guerriero leggendario e le armi sacre possono sconfiggerlo – ed è qui che entra in gioco Link e, spesso, la Triforza del coraggio. Chiude il cerchio (o meglio, il triangolo) Zelda, storica portatrice della Triforza della saggezza che, quando non costretta nel ruolo di principessa in difficoltà, gioca una parte fondamentale nell’avventura – e in ciò che succede dopo, dato che spesso a lei vengono affidate le redini del regno di Hyrule.
Un equilibrio perfetto proprio perché si basa su tre figure a loro modo classiche e fatte di assoluti: così, se Link è l’eroe senza macchia, a Ganon non resta che essere l’incarnazione del male assoluto. Demone, ladro, tiranno: questo antagonista è stato chiamato in ogni modo, nel corso degli anni, e mai una volta a sproposito. La straordinarietà della formula di The Legend of Zelda sta proprio nel non aver avuto bisogno (quasi mai) di creare un lato davvero umano a questo mostro, perché tutto quello che Ganon deve fare è essere una minaccia – la più terribile, assoluta minaccia che Hyrule abbia mai visto, possibilmente.
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Ganon nasce come prodotto dell’odio del re dei demoni, Mortipher, nei confronti delle divinità e del loro eroe, ed è proprio questo rancore inestinguibile che porta all’eterna reincarnazione dell’antagonista della serie. Tra l’altro, questo ciclo di morti e rinascita è al centro di un errore di traduzione nel recente Breath of the Wild: nella versione giapponese, prima della battaglia finale contro Ganon, viene detto che la sua forma incorporea (Calamità Ganon) è frutto del “rifiuto ossessivo di rinunciare a ritornare in vita”, mentre in quella inglese il significato è del tutto ribaltato, con la Calamità che sarebbe il frutto della “rinuncia alla reincarnazione”, che gli avrebbe fatto assumere una forma di furia allo stato puro.
Continuiamo un attimo a parlare di forme. L’aspetto originale di Ganon, quello che abbiamo visto nei primi episodi della serie (e recuperato poi anche più avanti, all’occorrenza) è mostruoso: si tratta di una creatura gigantesca dalla pelle blu, in armatura, con un volto simile a quello di un cinghiale. In A Link to the Past viene menzionata per la prima volta la sua forma umanoide, ovvero quella di un Gerudo (una delle razze del mondo di The Legend of Zelda) di nome Ganondorf. Il manuale inglese di questo capitolo si spinge oltre, dandogli anche un cognome, Dragmire, considerato canonico dal momento che compare anche sul sito ufficiale della serie.
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Ganondorf compare poi in carne e ossa in Ocarina of Time, su Nintendo 64, dando un taglio tutto nuovo a un antagonista già iconico. Il designer responsabile della sua forma Gerudo, Satoru Takizawa, ha tratto ispirazione da due personaggi… piuttosto diversi tra loro, ecco. La figura imponente del guerriero/stregone affonda le sue radici in un altro celebre tiranno dell’immaginario giapponese, Raoh, a sua volta antagonista per eccellenza della serie Ken il guerriero. Ma non solo: a quanto pare, una delle bozze di Ganondorf per questo capitolo era anche ispirata a un attore in carne e ossa, l’occasionalmente immortale Christopher Lambert!
Oltre alle apparizioni in The Legend of Zelda, Ganon è stato anche una presenza fissa di Super Smash Bros. a partire dal capitolo Melee e, fino al più recente Ultimate, è sempre stato una versione più lenta (ma più potente) di Capitan Falcon. Anche la celeberrima serie anima di The Legend of Zelda (1989) non ha ovviamente saputo fare a meno di lui, ma non solo: tra le sue comparsate animate troviamo anche quella in uno degli episodi della serie (andata in onda tra la fine degli anni ottanta e l’inizio del decennio seguente) Un videogioco per Kevin - Captain N. Resta da capire se e come il cattivone tornerà nel seguito di Breath of the Wild, previsto per il 2022, ma siamo sicuri che, se anche non dovesse essere presente in prima persona, Hyrule di certo non lo dimenticherà mai – e nemmeno noi.