Bielorussia, Lukashenko: "Pronti a rimandare i migranti in patria"
L'Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell: "La situazione è completamente inaccettabile, deve essere fornito aiuto umanitario"
"La Bielorussia è pronta a rimandare i migranti in patria, ma loro non vogliono tornare". Il presidente Alexander Lukashenko continua a ribattere le accuse di avere innescato la crisi migratoria al confine con la Polonia. Crisi che ha esacerbato i toni tra Minsk e Bruxelles, che ora minaccia nuove sanzioni. Lukashenko ribadisce quindi che "non vuole un conflitto di confine". "Il conflitto semmai è necessario alla Polonia", attacca.
Il presidente bielorusso si è detto pronto a trasportare i migranti bloccati al confine con la Polonia a Monaco, in Germania, con i jet della compagnia di bandiera Belavia.
Intanto, il governo iracheno ha annunciato che giovedì organizzerà il primo volo di rimpatrio, su base "volontaria", per i suoi cittadini bloccati al confine tra la Polonia e la Bielorussia. "L'Iraq effettuerà un primo volo per coloro che desiderano tornare volontariamente il 18 novembre", ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri, Ahmed al-Sahaf.
Preoccupato della situazione, l'Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, ha spiegato: "Ho detto al ministro della Bielorussia che la situazione nel Paese è completamente inaccettabile, che deve essere fornito aiuto umanitario, e vedere come possiamo risolvere il problema per fermare il flusso, i voli. E' quasi fatta con i Paesi di origine, il mio collega Schinas è a Baghdad, ma bisogna fornire aiuto umanitario a queste persone e prevenire ogni tipo di attacco ibrido".
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