Fan in delirio a Milano per Lady Gaga, atterrata in Italia per la prima nazionale di "House of Gucci". Nel film di Ridley Scott (in uscita il 16 dicembre), interpreta Patrizia Reggiani, la mandante dell'omicidio del marito Maurizio Gucci. Un ruolo complesso, a cui Gaga si è avvicinata nel modo più umano possibile: "Ho trovato il modo di voler bene. Serve a farci capire cosa succede alle donne quando sono spinte oltre il limite".
Parlando di "House of Gucci" la popstar e attrice in conferenza stampa ha sottolineato: "E' una storia d'amore, ma il focus era sul business. Per me l'importante era avere un approccio giornalistico, non conoscevo le radici in Toscana dei Gucci e la casa costruita sul duro lavoro, una storia che mi ricorda quella della mia famiglia".
Per costruire il personaggio Gaga non ha voluto incontrare la vera Patrizia Reggiani: "Non credo di avere alcunché da chiedere a Patrizia, sarebbe difficile per me parlare con lei per ovvi motivi e come attrice è un ruolo che ha rappresentato un'enorme sfida, interpretare una donna che ha commesso un omicidio è qualcosa che mi sono trovata a dibattere tra me e me".
"Ho trovato un modo però per volerle bene", ha continuato "Perché era una giovane ragazza italiana, di Vignola, che sognava in grande e voleva vivere una vita migliore. Molte persone credono che i Reggiani avessero attività non particolarmente oneste, ma lei voleva qualcosa di bello per sé".
Una "cercatrice d'oro", così l'ha definita, per la quale l'arrampicata sociale era il solo un modo di sopravvivere: "Patrizia Reggiani è stata spinta oltre il limite, è avvenuto un omicidio, perché tutto è stato concentrato sul business e non su di lei, avrebbero dovuto prestarle attenzione". "Ho cercato di provare compassione per tutti i Gucci e di essere - ha continuato - il più professionale possibile, considerando la natura reale della storia".
Infine Gaga ha ringraziato il personale sanitario italiano per aver permesso di girare in sicurezza: "Voglio ringraziare tutti i medici e gli operatori sanitari che hanno lavorato durante la produzione del film al tempo del Covid, nessuno si è ammalato. Il premio dovrebbe andare alle persone in tutto il mondo che negli ultimi 18 mesi hanno affrontato questa pandemia globale. Questo è il vero coraggio".
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