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Giocare ai videogiochi per 30 minuti al giorno riduce il rischio di demenza

I risultati di una ricerca hanno evidenziato che un allenamento videoludico quotidiano aiuta a migliorare le capacità cognitive e di memoria specie nei soggetti più anziani

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Il rischio di incorrere nella demenza senile è da sempre una delle bestie nere del processo di invecchiamento. Si stima infatti che circa 5,8 milioni di persone siano attualmente affette dal morbo di Alzheimer e altre demenze correlate in una fascia d'età che va dai 65 anni in su. Fortunatamente, la ricerca dedicata alla condizione degenerativa sta cominciando a far luce sul come trattarla, diminuirne gli effetti, o in alcuni casi evitarla del tutto. In uno studio recente, i ricercatori hanno scoperto che condurre un'attività particolare come i videogiochi per 30 minuti ogni giorno potrebbe ridurre significativamente il rischio di demenza negli anziani.

Lo studio, i cui test sono stati condotti a maggio del 2020, ha raccolto partecipanti tra i 60 e gli 80 anni per testare come i videogiochi che utilizzano un ambiente 3D potrebbero influenzare la memoria e la salute cognitiva. I ricercatori hanno ipotizzato che giochi come Super Mario World potrebbero avere più benefici rispetto ai giochi bidimensionali come il solitario, includendo nel test anche giochi platform come Angry Birds.

Ai partecipanti è stato chiesto di giocare da 30 a 45 minuti di un gioco specifico ogni giorno per quattro settimane, con i ricercatori che hanno condotto alcuni test di memoria durante tutto l'esperimento e nel mese successivo alla fine del gioco.

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I risultati hanno rilevato che mentre la memoria era coerente tra i partecipanti all'inizio dell'esperimento, due settimane di gioco a Super Mario o Angry Birds hanno portato a un miglioramento della cognizione nei partecipanti assegnati a questi giochi. Inoltre, quelli assegnati al franchise di Nintendo hanno visto ulteriori miglioramenti nella cognizione e nella funzione della memoria nelle due settimane successive rispetto a quelli assegnati al solitario, mentre quelli assegnati a Angry Birds non hanno registrato ulteriori progressi.

Gli autori dello studio hanno dunque concluso che i loro risultati suggeriscono che le ambientazioni tridimensionali immersive potrebbero aiutare a migliorare la cognizione negli adulti più anziani a rischio di sviluppare la demenza o che mostrano stadi iniziali della malattia. Hanno sostenuto che l'esperienza potrebbe essere utile a qualsiasi età, soprattutto aiutando ad agire come un sostituto per la stimolazione di un nuovo ambiente in coloro che sono relegati a casa o non fisicamente in grado di avventurarsi fuori.

"Abbiamo replicato il nostro precedente studio sui videogiochi in adulti anziani sani, dimostrando che giocare ai videogiochi per quattro settimane può migliorare la memoria basata sull'ippocampo in una popolazione che ne sta già sperimentando il declino legato all'età", hanno scritto gli autori. "Inoltre, abbiamo dimostrato che i miglioramenti durano fino a quattro settimane dopo la somministrazione del test, evidenziando il potenziale dei videogiochi come intervento terapeutico contro le patologie cognitive legate alla terza età".

Anche altri studi correlati a questa ricerca hanno evidenziato una connessione tra la riduzione del rischio di demenza e i videogiochi. In quello condotto dall'Université de Montréal, i ricercatori hanno scoperto che la materia grigia nelle aree dell'ippocampo del cervello dei partecipanti è aumentata in ventenni impegnati in un "allenamento" ai videogiochi.

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I ricercatori hanno poi deciso di vedere se potevano replicare i risultati con gli anziani sani. Per fare questo, hanno reclutato 33 persone tra i 55 e i 75 anni e le hanno assegnate a caso a uno dei tre gruppi. A ciascuno è stato dato un compito specifico, tra cui imparare a suonare il pianoforte per la prima volta, giocare a Super Mario 64 per 30 minuti ogni giorno cinque volte a settimana, e un gruppo di controllo a cui non è stato chiesto di fare nulla in particolare.

Dopo sei mesi, l'imaging cerebrale ha rilevato che solo i partecipanti del gruppo dei videogiochi hanno registrato un aumento del volume della materia grigia nell'ippocampo e nel cervelletto. I risultati hanno anche visto miglioramenti nella memoria a breve termine nello stesso gruppo di partecipanti.

Tali risultati potrebbero aiutare quindi i ricercatori a comprendere più a fondo i cambiamenti nel cervello e l'insorgenza della demenza. "I videogiochi 3D impegnano l'ippocampo a creare una mappa cognitiva - o una rappresentazione mentale - dell'ambiente virtuale che il cervello sta esplorando", ha detto Gregory West, autore dello studio, in un comunicato. "Diversi studi suggeriscono che la stimolazione dell'ippocampo aumenta sia l'attività funzionale che la materia grigia in questa regione".

Il team ha spiegato che la mancanza di nuove esperienze di apprendimento potrebbe causare l'atrofia della materia grigia con l'età. "La buona notizia è che possiamo invertire questi effetti e aumentare il volume imparando qualcosa di nuovo, e giochi come Super Mario 64, che attivano l'ippocampo, sembrano possedere un certo potenziale in questo senso", ha concluso West.

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