Venticinque anni di Tomb Raider e Lara Croft: cinque cose che non sapevate sulla serie
Festeggiamo il primo quarto di secolo dell’archeologa più famosa del mondo dei videogame
Venticinque anni fa debuttava uno dei personaggi più famosi del mondo dei videogame, quella Lara Croft che col suo Tomb Raider ha rappresentato un punto di svolta nel mercato dei videogiochi, fungendo da ponte fra avventure "vecchio stile" e un nuovo modo di intendere le avventure tridimensionali. Vogliamo ricordare questo importante videogame creato da Core Design nel 1996 con cinque curiosità che lo riguardano.
SCEGLI IL TUO PERSONAGGIO! O NO? - Nei piani iniziali di Core Design il gioco doveva proporre una coppia di personaggi selezionabili, ovvero un avventuriero maschio vicino come canoni al classico Indiana Jones e un’atletica archeologa. In seguito però il team di sviluppo ha notato che, data la complessità del gioco, animare due diversi protagonisti avrebbe richiesto tempo e risorse che non c’erano: ecco dunque che il lead designer Toby Gard decise di scartare il protagonista maschile in favore dell’avventuriera che conosciamo oggi.
Da notare che quando Eidos divenne publisher del gioco affiancando Core Design nel corso dello sviluppo fu avanzata la proposta di ripristinare la selezione del protagonista, una richiesta che però si schiantò sull’opposizione di Gard stesso e sui ristretti tempi di sviluppo.
BENVENUTA, LAURA CRUZ! - Deciso che la ragazza sarebbe stata la sola protagonista del gioco, bisognava trovarle un nome: ecco dunque arrivare Laura Cruz - un nome proposto dal creative manager Guy Miller - ovvero una giovane mercenaria dalle origini probabilmente sudamericane, una scelta che si sarebbe sposata bene con l’idea di esplorare alcune specifiche rovine nella parte iniziale del gioco.
Ancora una volta entrò in scena Eidos che indicò alcuni problemi con questo nome. Innanzitutto, negli Stati Uniti "Laura" veniva pronunciato in modo troncato e così il nome fu direttamente cambiato in "Lara". Successivamente fu deciso di dare a Lara origini britanniche e, dopo una consultazione dell’elenco del telefono, fu scelto il cognome Croft.
UN’ICONA DI PLAYSTATION? NON PROPRIO - Se andiamo ad analizzare l’impatto di Tomb Raider sul mondo dei videogame è molto facile abbinare il gioco e la relativa serie al marchio PlayStation: Sony è stata infatti l'azienda che ha maggiormente fatto sue le avventure di Lara Croft, al punto che l’avventuriera è stata considerata una sorta di “icona” delle console di questo produttore per diversi anni, con alcuni capitoli pubblicati in esclusiva su PlayStation.
In realtà la serie di Tomb Raider è spiccatamente multipiattaforma: addirittura, il primissimo capitolo fu lanciato su tre piattaforme diverse - PC, PlayStation e SEGA Saturn - debuttando inizialmente proprio sulla console di SEGA. La società di Sonic era infatti rimasta così colpita dal gioco da richiedere e ottenere un accordo commerciale che prevedeva un mese di esclusiva temporale al lancio di Tomb Raider. Senza considerare che Sony non fu inizialmente convinta del gioco, al punto da rifiutarlo al momento della prima presentazione, salvo tornare saggiamente sui suoi passi qualche mese più tardi.
SEXY, MA NON TROPPO - Grazie alle caratteristiche fisiche decisamente accentuate, Lara Croft è considerato uno dei personaggi più sexy del mondo dei videogame. Non era però questa l’intenzione iniziale del designer Toby Gard che, anzi, aveva un’idea differente riguardo lo sviluppo del personaggio. Al di là dell’aspetto estetico infatti Gard ha tenuto punto sulla necessità di dare a Lara un carattere deciso e lontano dai connotati dell’eroina bella e sexy. Il designer ha voluto creare un personaggio risoluto, colto e autonomo, arrivando successivamente a criticare le scelte di Eidos riguardo quella che lui ha reputato un’eccessiva sessualizzazione della figura di Lara avvenuta nella spinta commerciale del secondo e terzo capitolo della serie.
Resta comunque il simpatico aneddoto relativo alle dimensioni del seno di Lara nel primo capitolo: lo stesso Gard stava ritoccando il modello poligonale della protagonista quando impostando per errore un parametro si è ritrovato con un seno grande il 150% del previsto. L’effetto su schermo piacque al team di sviluppo, che trovò a metà tra il fumettoso e il caratterizzante e così Gard stesso decise di mantenerlo.
LA CASA DOVE È NATA LARA CROFT - Chiudiamo con una simpatica nota relativa a Casa Croft, la bella villa di proprietà dell’avventuriera che possiamo esplorare nei primi capitoli della serie e che funge da “tutorial” per apprendere i comandi nel gioco. In realtà quella villa esiste davvero ed è proprio lì che è nata in tutti i sensi Lara: si tratta del vecchio quartier generale di Core Design, team di sviluppo originale, locato al 55 di Ashton Road, nel Derby.
Lo stesso Gard decise di utilizzare quell’edificio come casa di Lara nel gioco e lo implementò personalmente in Tomb Raider lavorando senza sosta per un weekend.
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