"Non siamo neanche lontanamente dove dovremmo essere" nell'ambito delle misure per tutelare l'ambiente e contrastare i cambiamenti climatici. Lo ha detto Barack Obama, nel suo discorso alla Cop26 di Glasgow. "Nonostante i progressi rappresentati da Parigi, la maggior parte dei Paesi non è riuscita a soddisfare i piani stabiliti sei anni fa. Tutti abbiamo un compito da svolgere e sacrifici da fare", ha aggiunto l'ex presidente degli Stati Uniti, rammaricandosi anche dell'assenza ai colloqui da parte di Russia e Cina.
Obama si schiera contro i rivali statunitensi: "È stato particolarmente scoraggiante vedere i leader di due dei più grandi emettitori del mondo, Cina e Russia, rifiutarsi persino di partecipare ai lavori, e i loro piani nazionali riflettono quella che sembra essere una pericolosa assenza di urgenza".
Mentre nel 2015, il rapporto tra i negoziatori dell'amministrazione Obama e le loro controparti cinesi è stato importante per spianare la strada all'accordo globale di Parigi, questa volta il presidente cinese Xi Jinping e il presidente russo Vladimir Putin non hanno partecipato alle riunioni, decidendo di non esporre i loro piani nazionali.
D'altra parte esprime fiducia sul fatto che l'amministrazione Biden alla fine otterrà il suo pacchetto climatico da 555 miliardi di dollari attraverso il Congresso, nonostante i progressi bloccati dall'amministrazione Trump, e ricorda: "Sono un 'island kid. Come probabilmente tutti voi sanno, sono stato plasmato dalla mia esperienza di persona cresciuta alle Hawaii e mentre ero presidente sono stato orgoglioso del lavoro che abbiamo fatto con i Paesi insulari, i piu' vulnerabili al cambiamento climatico. L'allarme dei piccoli stati isolani, minaccia in prima fila dal surriscaldamento della Terra, e' un po' come quello un tempo "nelle miniere di carbone dai canarini" per segnalare fughe di gas e sciagure incombenti".
L'ex presidente sottolinea inoltre il ruolo fondamentale dei grandi Paesi: "Tutti noi abbiamo un ruolo da giocare, tutti noi abbiamo lavoro da fare, tutti noi dobbiamo fare sacrifici, ma chi di noi vive in Paesi grandi e ricchi, chi contribuisce a far precipitare il problema, ha un onere aggiuntivo, che è quello di garantire che collaboriamo e che aiutiamo e assistiamo coloro che sono meno responsabili e meno in grado ma più vulnerabili a questa crisi imminente".