Monopattini elettrici, nessuna stretta! Resta tutto (quasi) uguale
Ci si aspettavano regole nuove per la loro circolazione, arrivano invece soltanto le frecce, velocità ridotta a 20 km/h e il divieto di sosta sui marciapiedi
La stretta sui monopattini elettrici alla fine non arriva e questi nuovi mezzi potranno continuare a marciare senza targa, senza assicurazione, senza obbligo di casco dai 18 anni in su (sì invece dai 14 ai 18). È quanto previsto dal DL Infrastrutture e Trasporti, approvato in via definitiva da Camera e Senato.
Il decreto Infrastrutture (DL 121/2021) ha partorito il classico topolino, almeno per quanto riguarda la circolazione dei monopattini elettrici. Gli incidenti mortali registrati questʼanno, con 8 vittime, non hanno indotto i legislatori a introdurre il casco obbligatorio per tutti (vale solo per i minorenni, sanzione minima 50 euro), e così per migliorare la sicurezza ci si affiderà allʼilluminazione. Dal primo luglio 2022, infatti, tutti i monopattini elettrici in commercio dovranno essere dotati di indicatori di svolta luminosi (le frecce), mentre quelli già in circolazione hanno lʼobbligo di adeguarsi entro il primo gennaio 2024. Inoltre la luce anteriore fissa dovrà essere bianca o gialla, rossa la posteriore fissa.
La velocità massima dei monopattini elettrici si riduce dagli attuali 25 a 20 km/h, mentre resta di 6 km/h sulle piste ciclabili e nelle zone miste. Chi conosce questi mezzi sa però quanto sia difficile mantenersi su andature così lente, a 6 km/h si rischia seriamente di cadere, mentre a 20 orari (che differenza cʼè con 25 km/h su strada?) aumenta il pericolo di farsi travolgere da altri veicoli cui è richiesto, in città, di rispettare il limite di velocità dei 50 km/h. Il decreto introduce inoltre lʼobbligo del freno su entrambe le ruote.
Confermato il divieto di sosta dei monopattini elettrici sui marciapiedi, pena la multa di 41 euro e lʼeventuale rimozione. Ma questʼultima è difficile da applicare, perché essendo senza targa (hanno però il numero di telaio), questi mezzi non sono facili da identificare e in caso di rimozione non si sa poi chi sia il legittimo proprietario. Questi potrà comprovarlo soltanto facendo una foto al monopattino in sosta (lo prevede il DL Infrastrutture).
In realtà il divieto di sosta, così comʼè stato concepito, penalizza soltanto le società di sharing. È evidente che sono i mezzi di queste che vengono “abbandonati” sui marciapiedi e un poʼ ovunque da chi ha scarso senso dellʼinteresse comune. Il proprietario privato non lo lascia sul marciapiedi per la semplice ragione che ne teme il furto! E senza targa sarà anche complicata la denuncia con speranza di ritrovamento…
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