Lʼenergia della mobilità elettrica non basta a rivitalizzare il mercato auto italiano. Anzi, i dati di ottobre sono alquanto deprimenti, con 101.015 nuove immatricolazioni si viaggia infatti in calo del 35,7% rispetto a ottobre 2020. La crisi dei semiconduttori ‒ le mancate consegne di microchip dei mesi scorsi ‒ spiega il crollo solo parzialmente, e così si alza inevitabile il grido dʼallarme dellʼUnrae, lʼUnione che raggruppa le Case automobilistiche estere in Italia.
Da inizio 2021 in Italia sono state immatricolate 1.266.629 auto nuove, il 22% in meno rispetto allʼanno di riferimento 2019 (non fa testo il 2020 della pandemia). La previsione per l’intero anno è di una perdita di oltre 400 mila auto, e ciò nonostante gli incentivi “tira e molla” varati a sostegno del settore. Finanziamenti che per lʼUnrae hanno lo svantaggio di non essere strutturali, finiscono subito e lasciano falle temporali di attesa di nuovi incentivi. Lʼultimo stanziamento di 65 milioni di euro a favore delle vetture nella fascia di emissioni 0-60 g/km, cioè elettriche e plug-in hybrid, si è esaurito nell’arco di una giornata, dalle 10 del mattino del 27 ottobre alle ore 14 del giorno dopo.
LʼUnrae chiede al governo Draghi dʼintervenire lungo tre direttrici: rifinanziamento duraturo dell’Ecobonus; revisione della fiscalità, in particolare per le auto aziendali; sviluppo capillare e omogeneo sul territorio delle infrastrutture di ricarica, con stazioni ad alta potenza in autostrada. “Non ci stancheremo di ripetere che gli incentivi per l’Ecobonus debbono essere rifinanziati seguendo una strategia di lungo periodo ‒ afferma Michele Crisci, Presidente dell’Unrae ‒. Ciò che deve guidare le scelte è una logica basata sulla transizione, sul percorso di decarbonizzazione e sullo svecchiamento del parco circolante. L’esperienza cʼinsegna che non servono interventi stop & go”.
La partita si gioca adesso sulla prossima legge di Bilancio, nella quale al momento non ci sarebbero interventi decisi sul comparto automotive. Eppure sarebbe semplice adottare strategie seguendo il mercato: a ottobre il 12% delle vendite è rappresentato dalle auto “alla spina” (elettriche BEV al 7% e ibride plug-in PHEV al 5%), mentre le ibride non ricaricabili si attestano al 35,2% e diventano lʼalimentazione leader del mercato. Effetti, denuncia lʼUnrae, che tenderanno a svanire esauriti i fondi governativi. Prosegue il calo di benzina e diesel, rispettivamente al 25,8% e 18% di quota a ottobre, mentre il Gpl sale al 7,7% e scende invece all’1,4% il metano, divenuto carissimo negli ultimi mesi.
E lʼusato? Non va bene, il mercato delle vendite di seconda mano registra a ottobre un altro calo del 16,8% sullo stesso mese 2020, con 297.892 passaggi di proprietà. Qualche news positiva per fortuna cʼè, le emissioni medie di CO2 delle nuove immatricolazioni diminuiscono del 12,3%, a 114,9 g/km rispetto ai 131 g/km di un anno fa. Nei primi 10 mesi del 2021 le emissioni calano del 10,1% a 121,3 g/km. Insomma, una ventata di aria appena meno sporca.