Una volta c'erano i peluche, oggi sempre più bambini preferiscono gli smartphone o i tablet ai tradizionali giochi per l'infanzia. Un fatto risaputo, ma non sempre si può dire lo stesso per i rischi connessi all'uso del web da parte dei minori. Un sondaggio di Kaspersky - azienda russa esperta nella progettazione di software per la sicurezza informatica - commissionato a Educazione Digitale ha analizzato i principali pericoli. In particolare, dalla ricerca emerge che il 40% degli intervistati condividerebbe senza badare ai rischi pure dati e informazioni personali.
Che succede quando un bambino viene lasciato libero di navigare con lo smartphone di mamma o papà o, sempre più spesso, con il suo (visto che oggi, infatti, il 55% dei bambini tra i 5 e i 10 anni possiede già un dispositivo personale e il 20% arriva ad usarlo anche più di 2 ore al giorno, online, senza specifici controlli da parte dei genitori)?
La ricerca, condotta tra maggio e ottobre 2021 su un campione di 1.833 bambini tra i 5 ed i 10 anni (la cosiddetta "generazione Alpha") di 88 scuole italiane, indica che il 40% degli intervistati condividerebbe senza badare ai rischi pure dati e informazioni personali, come indirizzo di casa, scuola e lavoro dei familiari, ad amici virtuali mai incontrati prima.
Raccomandare prudenza non sempre è sufficiente: il 93% dei bambini che hanno risposto in questo modo avevano infatti ricevuto consigli e istruzioni da familiari e insegnanti sulle informazioni necessarie circa i pericoli che potrebbero incontrare online. Un rischio che si fa molto concreto quando ci si imbatte in malintenzionati, eventualità tutt'altro che ipotetica: il 36% degli intervistati ha infatti dichiarato di aver ricevuto online proposte di giochi o sfide pericolose da parte di sconosciuti.
La percezione del rischio - soprattutto online da parte dei minori - è molto labile e non è sempre semplice capire cosa per i più piccoli costituisca o meno un pericolo. In ogni caso, per la maggior parte dei minori il dispositivo elettronico è un compagno di giochi o lo strumento con cui divertirsi insieme ai propri coetanei, anche quelli conosciuti online. Ed è in questa percezione che risiede l'origine di molti problemi.
"Quando è stato chiesto ai bambini - si legge nel report - se sarebbero disposti a condividere informazioni personali come "dove vivi", "dove vai scuola" o "che lavoro fanno i tuoi genitori", con amici virtuali mai incontrati prima, il 40% ha affermato che risponderebbe tranquillamente "perché un amico virtuale è pur sempre un amico". Il 18% risponderebbe ugualmente ma senza dare troppi dettagli, mentre solo il 42% di loro ha affermato di "essere consapevole che queste informazioni non andrebbero mai date a degli sconosciuti".