FOTO24 VIDEO24 2

Scuola, Bianchi: mai così tanti soldi, subito più posti nei nidi

Il ministro dell'Istruzione spiega come saranno utilizzati gli oltre 17 miliardi previsti per la scuola dal Pnrr

Ansa

"Non ci sono mai stati tanti soldi per la scuola". Così il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, parlando dei fondi previsti dal Pnrr, che saranno utilizzati per mettere in sicurezza gli ambienti scolastici, realizzare "più laboratori" e "aule in grado di adattarsi a diverse esigenze" e per "permettere ai ragazzi di tutto il Paese di avere le stesse opportunità per combattere la dispersione", aumentando i nidi.

Per la scuola oltre 17 miliardi in 5 anni I 17,59 miliardi da spendere in cinque anni verranno utilizzati partendo "dagli spazi, nuove scuole e riqualificazione di quelle esistenti. Le faranno i Comuni e le Province con il supporto di Cassa depositi e prestiti e Agenzia per la coesione. Abbiamo l'occasione di superare il concetto di aule, corridoi lunghissimi e porte chiuse per puntare su laboratori, palestre e mense. A novembre partono i bandi per i primi 5 miliardi". 

Sicurezza e più asili I fondi, ha quindi spiegato il ministro intervistato da Repubblica, saranno utilizzati "con due obiettivi principali: il primo investire sugli ambienti scolastici, metterli in sicurezza ma anche modificarli per una didattica più partecipata, con più laboratori, con aule in grado di adattarsi a diverse esigenze. Il secondo, permettere ai ragazzi di tutto il Paese di avere le stesse opportunità per combattere la dispersione che colpisce soprattutto il Sud. Questo vuol dire ad esempio aumentare i nidi". 

Terza dose, "dopo gli 80enni priorità ai prof" - "Ho richiesto che dopo gli 80enni, cioè i più fragili, siano ancora una volta gli insegnanti ad avere la priorità assoluta per la terza dose", ha affermato ancora Bianchi. "Abbiamo raggiunto dei risultati davvero notevolissimi. Nel personale della scuola siamo al 94,4% di prima dose e al 91,5% di seconda dose. I ragazzi hanno risposto molto bene, siamo in media al 70%, con i ragazzi tra i 16 e i 19
anni addirittura all'84%. I vaccini contano".

Espandi