Covid, contagi in risalita: verso la terza dose per tutti | Sileri: "Vaccini a partire da gennaio"
Gli esperti concordano con la necessità del richiamo a partire dai più fragili ma con estensione anche per gli under 60. L'Ema avvia l'analisi sulla pillola anti-coronavirus
Estendere la terza dose di vaccino anti-Covid a tutta la popolazione "è uno scenario verosimile". A dirlo è il presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro. Di fronte alla risalita dei contagi, prende dunque sempre più corpo l'ipotesi di un richiamo, come confermato anche dal presidente del Cs, Franco Locatelli: "C'è un sistema di prenotazione disponibile per gli over 60, poi c'è la possibilità, che nel tempo considereremo, anche per i più giovani".
Sileri: da gennaio probabile terza dose per tutti "Verosimilmente la terza dose sarà necessaria per tutti" e con precedenza a chi ha fatto il vaccino Johnson&Johnson "che avrà bisogno di un richiamo a tempi brevi". Ma "entro l'anno si procederà a somministrare la terza dose per anziani e personale sanitario. Poi da gennaio al resto della popolazione, scaglionato in base a quando e' stata somministrata la prima e la seconda dose". Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. La scelta della terza dose, sottolinea Sileri, "è auspicabile sia condivisa di tutta Europa, considerando il boom di contagi in alcuni paesi europei", dove insieme ai casi "aumenta il rischio che si diffondano nuove varianti". Quanto al vaccino per proteggere dal Covid la fascia 5-11 anni "dipenderà dagli enti regolatori, e appena approvato sarà disponibile in Italia".
Contagi in crescita I dati dell'andamento della pandemia in Italia certificano come i contagi siano in crescita. Lunedì ne sono stati registrati 2.535 con 30 decessi e un tasso di positività dell'1,1%. Sette giorni prima i casi erano stati 1.597 e il tasso di positività stazionava allo 0,7%. L'aumento dei casi, a oggi, impatta in maniera molto leggera sui ricoveri in area medica e per nulla su quelli in terapia intensiva ma la situazione è piuttosto fluida. L'indice Rt infatti viaggia ormai sulla fatidica soglia di 1, segnale di un momento di espansione dell'epidemia.
Si avvicina l'obiettivo del 90% della popolazione vaccinata In base ai dati aggiornati a lunedì sono 44,4 milioni le persone che hanno completato il ciclo vaccinale, l'82,22% della popolazione over 12, mentre l'86,06% ha fatto almeno una dose. L'obiettivo del 90%, quindi, non sarebbe lontano, non fosse che i nuovi vaccinati sono sempre meno e resistono gli irriducibili del no: 7,6 milioni di italiani over 12 non hanno fatto nemmeno una dose.
Effetto Green pass sulla campagna vaccinale Le somministrazioni vanno avanti, ma negli ultimi giorni sembra esaurita la spinta dell'obbligo del Green pass per l'accesso ai luoghi di lavoro in vigore dal 15 ottobre. Ad esempio, i nuovi vaccinati questa domenica sono stati circa 10mila, la domenica precedente erano stati quasi 29mila, e quella ancora prima 26mila. Proseguono invece a ritmo sostenuto le seconde e terze dosi con i vaccini. Queste ultime hanno superato il milione, tra "dose addizionale", somministrata ai soggetti fragili, e "booster", ossia l'ulteriore richiamo agli over 60. Potrebbero essere in vista anche i richiami per chi ha fatto il vaccino monodose J&J, su questo punto, a precisato Locatelli "si attendono le indicazioni dell'Ema".
Crisanti: "Terza dose a tutti se vogliamo evitare di essere come Gran Bretagna" Per scongiurare scenari vissuti in passato, gli esperti concordano sulla necessità di una terza dose. Visto che "la protezione dopo 6 mesi scende in modo significativo", afferma il microbiologo Andrea Crisanti, le persone vulnerabili e il personale sanitario dovrebbero fare la terza dose "il prima possibile" ma, avverte, "se non vogliamo che accada quello che stiamo vedendo in Gran Bretagna, la terza dose di vaccino dovrebbero farla tutti".
Abrignani (Cts): "Terza dose per tutti, con 90% Natale sarà tranquillo"" Secondo Sergio Abrignani, immunologo dell'università di Milano e membro del Comitato tecnico scientifico "qualunque cosa accada quest'inverno, è più rassicurante affrontarla con l'85% di vaccinati, motivo per cui, prendendo a esempio la Gran Bretagna dove si sta già osservando un calo di efficacia dei vaccini, c'è probabilmente bisogno delle terze dosi, e non c'è nulla di strano - afferma in un'intervista a Repubblica -. La maggior parte dei vaccini che conosciamo prevedono tre dosi. Adesso è giusto dare la precedenza a chi ha più bisogno, poi l'ulteriore richiamo potrà essere esteso a tutti".
Via libera Ema a terza dose Moderna agli over 18 Nel frattempo l'Ema ha dato la luce verde alla somministrazione della terza dose del vaccino Moderna nelle persone a partire dai 18 anni. Lo ha reso noto la stessa Agenzia europea per il farmaco. I dati disponibili, si legge in una nota dell'Ema, hanno indicato che una terza dose del vaccino Moderna, lo Spikevax, somministrata 6 o 8 mesi dopo la seconda porta a un incremento degli anticorpi negli adulti in cui il livello delle difese si è ridotto. Per il richiamo la dose di vaccino è pari alla metà di quella somministrata la prima volta.
Il vaccino per i più piccoli C'è poi da valutare anche l'eventuale protezione per i più piccoli. "Avere la vaccinazione per bambini tra 5 e 11 anni", osserva il professor Matteo Bassetti, "vorrebbe dire proteggere tutta la fascia di studenti che frequenta le scuole, dalle elementari alle medie". Questi vaccini, ha precisato, sono "sicuri tanto quanto altri obbligatori" e forse "anche di più".
L'Ema avvia analisi su pillola anti-Covid Se da un lato c'è la corsa contro il tempo per la copertura vaccinale, dall'altra si attende il primo farmaco per il trattamento a casa del Covid. L'Ema ha avviato l'esame dei dati sulla pillola antivirale della casa farmaceutica Merck in collaborazione con Ridgeback Biotherapeutics. Secondo i dati dell'azienda, il Molnupiravir somministrato due volte al giorno ha ridotto il rischio di ospedalizzazione o morte di circa il 50%.
Covid, al via la campagna per la terza dose di vaccino
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