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Ucciso in un'autofficina nel Reggiano, l'ombra della 'ndrangheta: "E' stata un'esecuzione"

Il 29enne Salvatore Silipo, originario di Crotone, è stato ucciso con un colpo diretto al collo dopo essere stato fatto inginocchiare: era il genero di un collaboratore di giustizia 

Ansa

Assume i contorni di un'esecuzione la morte di Salvatore Silipo, 29enne originario di Crotone e residente a Gualtieri, nel Reggiano, ucciso nell'autofficina di ricambi pneumatici "Dante Gomme" a Cadelbosco Sopra. L'uomo, genero di un collaboratore di giustizia, è stato fatto inginocchiare e ucciso con un colpo al collo. Per l'omicidio è stato arrestato il 70enne Dante Sestito, originario di Cutro, gestore dell'autofficina.

Interrogato davanti al pm - L'accusato è stato interrogato negli uffici del Nucleo Investigativo dei Carabinieri a Reggio Emilia dal pm Giannusa, alla presenza del legale avvalendosi della facoltà di non rispondere. Il 70enne era stato bloccato e disarmato dall'intervento di due carabinieri di una pattuglia della stazione di Castelnovo Sotto, in transito nei pressi dell'azienda di pneumatici e diretti allo stadio per svolgere servizio di ordine pubblico, allertati dalla presenza in strada di un cugino della vittima.

Pistola detenuta illegalmente - La pistola, un revolver "Smith & Wesson" calibro 44 Magnum, illegalmente detenuta e risultata rubata, è stata sequestrata insieme a 18 colpi di cui uno esploso. La salma della vittima è stata posta a disposizione della Procura reggiana che coordina le indagini mentre l'arrestato è stato condotto nel carcere di Reggio Emilia.

Il chiarimento in ditta - A quanto ricostruito Silipo - a cui da pochi giorni era nata una bimba, e che aveva già un altro figlio di due anni - aveva lavorato come meccanico fino a circa un mese fa nell'azienda condotta da Sestito con i figli Antonio e Francesco. Poi il rapporto di lavoro si era interrotto per motivi che sono al vaglio degli investigatori: nel primo pomeriggio di sabato però, Silipo era tornato alla ditta per un incontro, forse un chiarimento, al quale hanno partecipato anche parenti di entrambi.

Azienda coinvolta in una maxi inchiesta - Gli investigatori sono al lavoro per ricostruire con esattezza la dinamica, il movente, il contesto: si tratta di persone di origini calabresi, lambite da alcune indagini. L'azienda era rimasta coinvolta in una maxi inchiesta, chiamata "Billions", su un'associazione a delinquere che faceva profitti grazie alle fatture false, con un'udienza fissata nei prossimi giorni anche per il figlio, Antonio Sestito, imputato insieme ad altre 190 persone.

Attacco a colpi d'arma da fuoco - Qualche anno fa la "Dante Gomme" aveva subito un attacco a colpi d'arma da fuoco. Anche la vittima aveva avuto problemi con la giustizia: a metà del 2020 era stata arrestato insieme ad un'altra persona per un'attività di spaccio di cocaina, con la base in un garage a Gualtieri. Era stata sequestrata cocaina e il materiale per confezionarla.

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