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Appalti in ospedale e camorra, 40 misure cautelari a Napoli 

Tra gli arrestati ci sono Luigi Cimmino, ritenuto il capo del clan camorristico del quartiere Vomero e nella zona collinare, il figlio Franco Diego

La polizia, su delega della Procura della Repubblica di Napoli, ha eseguito un'ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di oltre 40 persone. Tra gli indagati ci sarebbero affiliati all'Alleanza di Secondigliano e pubblici ufficiali e imprenditori, coinvolti secondo le indagini nell'alterazione di gare di appalto ospedaliere e in estorsioni alle ditte operanti presso le predette strutture.

Tra le società vittime del giro criminale figurano ditte di servizio di trasporto ammalati, onoranze funebri, imprese di costruzione e imprese di pulizie.

Tra gli arrestati ci sono anche Luigi Cimmino, ritenuto il capo del clan camorristico del quartiere Vomero e nella zona collinare, il figlio Franco Diego e colui che viene ritenuto il suo braccio destro Andrea Basile. Misure cautelari anche nei confronti di sindacalisti e imprenditori, come Marco Salvati, titolare di un'associazione che si occupa di trasporti di infermi ("La croce di san Pio") e i Sacco, la cui impresa si occupa della refezione.

Secondo quanto accertato, alcuni dipendenti delle società impiegate per fornire servizi in ospedale facevano da spia per la criminalità organizzata: in sostanza quando c'erano nuovi lavori in vista segnalavano la notizia ai clan. Si tratta di dipendenti di diverse ditte che si occupano di pulizie e altri servizi, ritenuti dagli inquirenti affiliati al gruppo malavitoso Caiazzo-Cimmino (detto "il gruppo del Vomero") che, raccoglievano le tangenti sugli appalti per conto dell'Alleanza di Secondigliano.

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