Regolamentare il digitale

Draghi: "Ciò che è illecito offline deve esserlo anche online"

L'Italia sostiene il regolamento europeo sui servizi e i mercati digitali. Il premier "ne auspica la pronta adozione" al fine di favorire la concorrenza e tutelare gli utenti

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Mario Draghi, nel suo intervento in Senato in vista del Consiglio europeo, ha ribadito l'impegno dell'Italia per "sostenere il Regolamento UE sui servizi digitali, per proteggere efficacemente prodotti e contenuti realizzati nel Bel Paese". Il premier ha poi aggiunto: "La nostra convinzione è che quello che è illecito offline debba essere illecito anche online". In merito al tema della concorrenza, Draghi ha sottolineato che "lavoriamo sulle proposte di regolamentazione europea per il mercato e i servizi digitali. L'Italia sostiene la proposta di Regolamento sui mercati digitali e ne auspica la pronta adozione".

Il discorso di Draghi fa riferimento alle misure contenute nel Digital Services Act presentate dalla Commissione europea il 15 dicembre scorso, insieme al Digital Market Act per regolamentare anche il mercato digitale. Nello specifico si tratta di due pacchetti di norme che mirano a disciplinare l'operato delle principali società tecnologiche. Una mossa che ha come obiettivo la tutela degli utenti sulle diverse piattaforme, favorendo una maggiore concorrenza tra le società che forniscono la stessa tipologia di servizio online.

Il primo, il regolamento dedicato ai servizi digitali, affronta il tema della responsabilità legale in particolar modo nella diffusione dei contenuti, spingendo le piattaforme sopra i 45 milioni di utenti a rimuovere o gestire tutti quei post ritenuti illegali. Una lotta che vuole colpire anche il diffondere di fake news. A questo si aggiungerebbe poi un organo indipendente che ha lo scopo di valutare l'operato delle grandi società come Facebook, Google e Twitter.

Il regolamento sul mercato digitale invece, vuole contrastare il monopolio creato da alcune grandi aziende cercando di aprire il mercato a un regime più concorrenziale. Per permettere questo verrà chiesto loro di condividere i dati degli utenti o di evitare di acquisire vantaggio dai loro servizi.