AL FESTIVAL DI ROMA

"Viva Quentin Tarantino", il regista riceve da Argento il premio alla carriera: "Il nuovo film? Uno spaghetti western"

Ospite alla Festa del Cinema di Roma insieme alla moglie Daniela Pick

Era uno dei protagonisti della Festa del Cinema di Roma più attesi e Quentin Tarantino non ha deluso il suo pubblico. il regista, due volte Premio Oscar, ha ricevuto ieri sera il premio alla carriera dalle mani di Dario Argento, che ha urlato un chiaro e forte: Viva Tarantino!  La star di capolavori come "Kill Bill" o "Pulp Fiction", per citarne solo alcuni, si è raccontato tra aneddoti, il ricordo di Ennio Morricone e un ipotetico prossimo film in arrivo, che potrebbe essere uno spaghetti western.

30 anni di successi, tra cui oltre ai due Oscar (Miglior Sceneggiatura Originale nel 1995 per "Pulp Fiction" e nel 2013 per "Django Unchained"), 4 Golden Globe, 2 Bafta, 3 David di Donatello e la Palma d'Oro al Festival di Cannes, Tarantino non è un regista qualunque. 
E lo ha dimostrato anche durante i suoi interventi alla Festa del Cinema di Roma. 

Nel  lungo incontro con Antonio Monda, dopo aver ricevuto il premio alla carriera, l'artista ha parlato di tanti temi. Intanto l'aneddoto sul curriculum che portava quando cercava lavoro come attore: "È vero non avendo fatto nulla portavo  un curriculum falso in cui scrivevo che avevo fatto due film.  Il primo con Romero e un altro con Godard. Nel primo caso si trattava di un film che avevo visto in cui c'era una scena piena di motociclisti e uno mi somigliava molto. Per Godard feci invece un ragionamento diverso, scelsi un suo film orribile come RE LEAR che non aveva visto nessuno, così non rischiavo nulla".  

Poi il ricordo di Ennio Morricone: "Lavorare con lui e' stato un sogno, un vero gigante solo questo posso dire".
E tra i suoi sogni Tarantino ha svelato di avere quello di girare un film a Cinecitta':"Il prossimo film potrebbe essere uno spaghetti
western in cui ognuno, tedeschi, irlandesi, italiani parlano la loro lingua fregandosene di essere capiti".

Il regista aveva già parlato nell'incontro con pubblico e stampa nel pomeriggio, dove tra gli argomenti trattati ha detto la sua sul politically correct che sembra impedire sempre più ogni tipo anche di accennata trasgressione: "Credo che oggi sia più  difficile fare film, ma non impossibile raccontare certe cose. Bisogna crederci e non preoccuparsi troppo. Anche Pulp Fiction ebbe l'attenzione negativa di molti critici per i temi e
lo stile.   Non bisogna essere troppo sensibili, e non vedere mai le cose come un attacco personale. Comunque, va detto, ai quei tempi era molto diverso.  Se lo avessi fatto solo quattro anni dopo sarebbe stato più complicato".

Il cinema è morto? "Staremo a vedere, impossibile rispondere con certezza. Io ho una mia sala cinematografica (New Beverly, ndr.) e da quando l'abbiamo riaperta c'è stata un'affluenza incredibile tanto che ho appena acquistato un'altra sala. Forse il cinema nel futuro diventerà uno spazio un po' di nicchia. È vero le cose stanno cambiando. Sono stato comunque fortunato C'ERA UNA VOLTA A... HOLLYWOOD è uscito appena in tempo, prima
della Pandemia, come un uccello che riesce ad uscire da una finestra pochi secondi prima che si chiuda".