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Fondazione Open, indagini chiuse: Renzi, Lotti e Boschi tra gli indagati

Coinvolte 11 persone e 4 società, a cui sono contestati finanziamento illecito ai partiti, corruzione, riciclaggio, traffico di influenze. Renzi: "Sconfinamento pericoloso dei giudici in politica"

La Procura di Firenze ha chiuso l'inchiesta sulla fondazione Open. Undici persone e quattro società risultano iscritti nel registro degli indagati. Tra loro compaiono anche Matteo Renzi, Luca Lotti e Maria Elena Boschi. Secondo l'accusa, tra il 2014 e il 2018, i tre avrebbero ricevuto dalla fondazione Open più di 3 milioni e mezzo di euro per la loro attività politica. 

Tra quelli che hanno ricevuto l'avviso di chiusura indagini per la fondazione che ha sostenuto l'ascesa politica di Renzi, anche l'ex presidente di Open Alberto Bianchi e l'imprenditore Marco Carrai. Tra i reati che vengono contestati agli indagati nell'inchiesta compaiono il finanziamento illecito ai partiti, la corruzione, il riciclaggio e il traffico di influenze.

Il pm: "Renzi era direttore di fatto della Fondazione" -  Nell'inchiesta, al leader di Italia Viva viene contestato il reato di finanziamento illecito ai partiti come direttore "di fatto" della stessa fondazione. Lo scrivono i pm di Firenze nell'avviso di conclusione delle indagini  notificato. La stessa accusa viene mossa anche a Bianchi, Carrai, Lotti e Boschi. 

I fondi, ribadisce l'accusa, furono usati anche per sostenere l'attività politica di Renzi, Lotti e Boschi e l'allora corrente renziana del Pd. Gli altri indagati sono gli imprenditori Fabrizio Donnini, Alfonso Toto, Riccardo Maestrelli, Giovanni Carucci, in qualità di vice presidente del Cda della spa British American Tobacco Italia, Gianluca Ansalone, responsabile dell'ufficio esterno della spa, e Pietro Di Lorenzo. Le società che hanno ricevuto l'avviso di conclusione indagini sono la Toto Costruzioni Generali spa, la Immobil Green srl, la British American Tobacco Italia spa e Irbm spa, già Irbm science park spa. 

Renzi: sconfinamento pericoloso dei giudici in politica - "La Leopolda non era la manifestazione di una corrente o di una parte del Pd, ma un luogo di libertà, senza bandiere e con tutti i finanziamenti previsti dalla legge sulle fondazioni. Quando il giudice penale vuole decidere le forme della politica, siamo davanti a uno sconfinamento pericoloso per la separazione dei poteri. Loro vogliono un processo politici alla politica, noi chiederemo giustizia nelle aule di giustizia". Così Matteo Renzi commenta in Senato la fine delle indagini sull'inchiesta Open. 

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