Peso forma: che cos’è, come calcolarlo e mantenerlo
Non è un obiettivo impossibile, ma richiede consapevolezza e un po’ di impegno
Per qualcuno è una chimera, per altri un obiettivo da raggiungere, per altri ancora è uno sconosciuto: il peso forma, cioè il rapporto ideale tra altezza e chili, è un’entità misteriosa e persino un’oscura minaccia: anche archiviando fino all’anno prossimo la prova costume, il fatto di non riuscire a entrare nei jeans della passata stagione è un avvertimento a cui non possiamo non dare ascolto. Ecco allora qualche linea guida per orientarci sui numeri che dovremmo effettivamente leggere quando saliamo sulla bilancia, per garantirci una linea snella e soprattutto la buona salute.
PESO FORMA, QUESTO SCONOSCIUTO - Il peso forma è la fascia di peso (tra un massimo e un minimo) all’interno della quale dovremmo provare la piacevole sensazione d benessere fisico e insieme di piena energia. Il fatto di essere normopeso, oltre a farci sentire bene, abbassa il rischio di malattie come il diabete, l'ipertensione e alcune patologie cardiache. Il valore del peso ideale non è semplice da calcolare perché vi concorrono numerosi fattori anche individuali: oltre a sesso, età e altezza, “pesano” anche la struttura ossea, la quantità di massa muscolare in rapporto alla massa grassa, alcune variabili genetiche. Gli studiosi hanno messo a punto una serie di formule per calcolare il peso ideale, il più conosciuto dei quali è l’indice di massa corporea (IMC), ma ne esistono anche altri, tra cui le formule di Broca e di Bernhardt che prendono in esame, oltre ad altezza, peso e sesso, anche ad esempio la circonferenza del torace o altri indicatori. Questi indici forniscono valori indicativi, ma sono utili per avere un’idea di quanto il nostro peso reale si discosti da quello ideale e se è il caso di correre ai ripari.
UN PO’ DI STORIA – Il calcolo del peso forma ha cominciato a diventare importante negli anni Cinquanta del secolo scorso, quando una compagnia statunitense di assicurazioni, la Metropolitan Life, ha preso a studiare la correlazione tra peso corporeo, malattie e mortalità, inserendo i kg di peso tra gli indicatori in base ai quali calcolare l’entità dei premi assicurativi. Dal 2002, dopo studi accurati, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, utilizzando come strumento di misurazione l’Indice di Massa Corporea, ha mostrato come l’obesità sia la quinta delle dieci principali cause di morte, correlandola nei Paesi occidentali a una perdita di 7,4 anni di vita.
IL CALCOLO DEL PESO IDEALE – Calcolare il proprio peso forma non è difficilissimo, anche se richiede il controllo di molte variabili ed è quindi opportuno affidarsi alla guida di un nutrizionista. Il più semplice da calcolare è l’indice di massa corporea: sul web esistono diverse applicazioni che, inserendo i valori di peso e altezza in centimetri, calcolano l’IMC in pochi istanti. Ricordiamo che l’IMC, per quanto fornisca indicazioni utili, non considera la composizione del peso e la struttura della persona. Se vigliamo provare calcolare “a mano” il nostro IMC, dobbiamo dividere il peso espresso in kg per il quadrato dell'altezza espressa in metri. Ad esempio una persona che pesa 75 chilogrammi ed è alta 1 metro e 80 centimetri avrà un IMC pari a: 75 / (1,80 x 1,80) = 75 / 3,24 = 23,1. L’indice di massa corporea delle persone di peso normale oscilla tra il 18.50 e il 24,99: si è sottopeso tra il 16 e il 18.49, mentre sopra un indice 25 si è sovrappeso. L’obesità scatta invece con un valore 30, con vari livelli di gravità, collocati a 35, 40 e oltre. Indicazioni utili arrivano anche dalle bilance impedenziometriche, ormai molto diffuse anche nei centri di fitness, le quali forniscono il peso corporeo, il rapporto tra massa magra e massa grassa, e altri dati utili. Non sono di facile lettura e i dati devono sempre essere interpretati da uno specialista.
I LIMITI DEI CALCOLI – L’IMC, come abbiamo detto, è un indicatore importante, ma che deve essere interpretato insieme ad altri fattori, ad esempio la struttura ossea, la quantità di liquidi accumulati nei tessuti, al rapporto tra massa muscolare e massa grassa e al distretto dell’organismo in cui il grasso è posizionato, con particolare attenzione al grasso addominale, pericoloso per la salute. La relativa semplicità del calcolo dell’IMC non deve trarci in inganno e spingerci a pericolose diete fai-da-te, che possono risultare poco equilibrate dal punto di vista nutrizionale e innescare il cosiddetto “effetto yo-yo”, per cui il peso perso viene recuperato in breve tempo con gli interessi.
RAGGIUNGERE E CONSERVARE IL PESO FORMA – Anche con tutte le cautele del caso, se dai nostri calcoli home-made notiamo una notevole discrepanza tra il nostro peso reale e quello ideale indicato dalle tabelle, qualche riflessione è d’obbligo. La soluzione migliore, come abbiamo detto, è affidarsi a un nutrizionista per rivedere il nostro stile alimentare ed eliminare qualche cattiva abitudine. Impariamo a inserire nelle nostre giornate uno spazio per un po’ di attività fisica: per mantenerci in salute l’indicazione dei 10mila passi da compiere quotidianamente è già una buona linea guida, ma l’ideale è percorrerli camminando per almeno 30-40 minuti a passo sostenuto e senza interruzioni. Perché non ci sono sconti: per perdere peso occorre mangiare meno e muoversi di più.
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