PROTESTA NO GREEN PASS

Trieste, lacrimogeni e idranti sui manifestanti: sgomberato l'ingresso del porto | Il corteo nelle vie del centro

Identificati alcuni dei contestatori. Salvini e Meloni: "Idranti contro lavoratori pacifici". La Questura: "Ferito un agente". Puzzer: "Vediamo se ci caricano in piazza Unità d'Italia"

La polizia ha sgomberato il porto di Trieste dai manifestanti no Green pass per consentire la ripresa delle normali operazioni quotidiane. Gli agenti hanno azionato gli idranti e sparato lacrimogeni, per spingere i contestatori fuori dallo scalo. La protesta si è spostata sulle strade e il corteo, con circa duemila persone, è arrivato in centro. Identificati alcuni manifestanti.

Al grido di "libertà" e intonando cori contro il presidente del Consiglio Mario Draghi, i partecipanti alla protesta al Varco 4 del porto di Trieste si sono allontanati dalla zona, mentre la polizia avanzava. Quanto ai manifestanti identificati dalle forze dell'ordine, non è stato ancora deciso se contestare loro reati. La questura ha fatto sapere che "un agente del reparto mobile in servizio è stato ferito". 

La lunga fila di manifestanti è entrata in piazza Unità d'Italia, riempiendola, e ha continuato nelle vie del centro fino ad arrivare in via Carducci, per poi dirigersi di nuovo lungo le Rive. Sembra che il corteo non abbia ancora una meta oppure non abbia concordato con le autorità dove sia possibile raggrupparsi. In testa al corteo, tra le varie persone, un piccolo gruppo di militanti con sciarpe e cappucci neri e con caschi in mano. 

Puzzer: "Vediamo se ci caricano in piazza Unità" - Alla testa del corteo il dimissionario portavoce del Coordinamento lavoratori portuali di Trieste Stefano Puzzer, che prima di entrare in piazza Unità ha dichiarato: "Vediamo se hanno il coraggio di caricarci anche lì". Intanto, il traffico lungo le Rive è stato bloccato dalle forze dell'ordine al passaggio dei manifestanti. In piazza ci sono passanti e turisti e anche alcuni presidi di agenti. 

Al porto l'attività va avanti ma a rilento - Intanto, le attività del porto non si sono interrotte da quando ha avuto inizio la protesta. Le operazioni si sono svolte in moto rallentato il primo giorno, quando al Varco 4 si erano radunate fino a 6mila persone, ed è proseguita nei giorni successivi d urante il fine settimane. Anche oggi continua l'operatività, nonostante i disordini. 

Salvini e Meloni: idranti su lavoratori pacifici, che fa il Viminale? - Matteo Salvini ha commentato così i fatti di Trieste: "Settimana scorsa si permette  a un manipolo di neofascisti di mettere a soqquadro Roma, oggi si usano gli idranti contro i pacifici lavoratori e cittadini a Trieste. Ma al Viminale come ragionano?". Critica anche Giorgia Meloni: "Idranti contro i lavoratori che scioperano al porto di Trieste. Lo stesso governo che nulla ha fatto per fermare un rave illegale". 

La linea dei sindacati - L'appello dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, lanciato agli addetti del porto di Trieste era stato "Liberate il porto", le legittime manifestazioni di dissenso "devono essere garantite, ma non possono impedire ad un porto e ad una città di continuare a generare reddito e prospettive per il futuro".

L'arrivo della polizia al Varco 4 - La polizia era arrivata alle prime luci dell'alba al presidio davanti al Varco 4 del porto, dove i manifestanti erano seduti lungo la strada intonando i loro slogan di protesta. I poliziotti sono scesi dai mezzi in tenuta antisommossa invitandoli a disperdersi "in nome della legge". Poi sono stati azionati idranti e sparati lacrimogeni. 

Un cordone di lavoratori tra Ps e manifestanti - I lavoratori portuali, riconoscibili per le tute gialle, avevano successivamente costituito un cordone tra polizia e no Green pass per evitare appunto contatti tra le forze dell'ordine e i manifestanti e garantire dunque anche l'incolumità di tutti.