In Emilia Romagna è ormai una guerra allo scoiattolo grigio, ma Michela Vittoria Brambilla punta i piedi: L’eradicazione della specie è “una decisione crudele e insensata che, più che risolvere il problema, produrrà enormi sofferenze a tanti esseri viventi innocenti. Gli amministratori farebbero bene a vergognarsi e ritirare subito il provvedimento”, è il commento del presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente.
La Giunta regionale ha promosso un tentativo di eradicare gli scoiattoli grigi con una massiccia campagna di cattura e uccisione. Gli esemplari intrappolati verranno catalogati e poi - cita la delibera - saranno sottoposti a eutanasia in loco, attraverso l’utilizzo di CO2 (anidride carbonica), somministrata agli animali trasferiti in contenitori ermetici di plastica rigida di volume pari a 10 litri.
“Si tratta - aggiunge l'ex ministro del Turismo - di una decisione barbara, che standardizza la morte di questi animali in una grigia e inflessibile prassi burocratica. Si tratta di creature innocenti, che sono state importate dall'uomo in passato per abbellire parchi e altre aree verdi cittadine”.
Perché si ha paura dello scoiattolo grigio - E’ considerata tra le cento specie più invasive, provoca danni ai noccioleti e minaccia un’altra specie, lo scoiattolo rosso autoctono. Può inoltre causare impatti negativi sia sugli ecosistemi colonizzati, sia sulle attività umane .
Ma serve una soluzione diversa - “I metodi di eradicazione non funzionano quasi mai e ci sono strade più efficaci e non cruente per ridurre, in modo naturale, il numero di esemplari di una specie considerata “invasiva”: basti pensare che, nel Regno Unito, è stata sperimentata con successo, proprio sugli scoiattoli grigi, una campagna di sterilizzazione attraverso un farmaco orale somministrato con una gustosa crema alle nocciole. A volte, per risolvere i problemi, basterebbe un po' più di testa, oltre che di cuore” conclude Brambilla.