"Ojos de Gato" pubblicato da Cam Jazz, è il nuovo album di Giovanni Guidi. Il pianista umbro, che fu scoperto da Enrico Rava appena diciassettenne ai seminari di Siena Jazz, per realizzare questo intrigante progetto dedicato al leggendario sassofonista argentino Gato Barbieri, ha chiamato attorno a sé musicisti di altissimo spessore e che con lui condividono la voglia di ampliare gli orizzonti e proporre al pubblico un musica che, pur nel solco della musica jazz, sa aprirsi ad altri territori. Con Guidi suonano: James Brandon Lewis al sax tenore, Gianluca Petrella al trombone, Brandon Lopez al contrabbasso, Chad Taylor alla batteria e Francisco Mela alla batteria e alle percussioni.
Ospite a "Jazz Meeting", è stato un privilegio poter parlare con Guidi di "Ojos de Gato". "Un progetto che è nato e si è sviluppato in maniera molto naturale, dove con i musicisti che partecipano hanno dato un contributo fondamentale. Il nostro è stato una sorta di tributo non solo a Gato, ma a tutta l'avanguardia del jazz, che da sempre annoverato musicisti di grande livello che erano anche persone aperte a favore della pace, contro ogni forma di razzismo; valori che anche io ho fatto miei negli anni", racconta Giovanni Guidi.
Barbieri è un punto di riferimento per molti
Si è stato un musicista che ha rappresentato molto per la storia del jazz, ha suonato con musicisti che ho apprezzato come: Don Cherry, Aldo Romano o Franco D'Andrea, o ancora Enrico Rava, artisti a loro volta unici, senza i quali io non sarei la persona che sono oggi.
Nel disco troviamo titoli di brani che si richiamano alle città
Si sono tutte città che Gato Barbieri ha amato e frequentato e dove si è esibito nella sua carriera. Parlo di Buenos Aires, Roma, Parigi o Copenhagen, dove realizzò un disco in quintetto. Non dimentichiamo che Barbieri visse anche nel nostro Paese e collaborò con molti musicisti italiani, non solo in ambito jazz.