Sono indagati dalla Procura di Roma per istigazione a delinquere aggravata dall'utilizzo di strumenti informatici i firmatari del comunicato di Forza Nuova in cui si afferma che "il popolo ha alzato la testa" e che "il livello dello scontro non si fermerà". Giuseppe Provenzale, Luca Castellini, Davide Cirillo e Stefano Saija sono iscritti nel filone d'inchiesta che ha portato all'oscuramento del sito web dell'organizzazione di estrema destra.
Nel decreto di sequestro preventivo, la procura evidenzia che "gli indagati svolgono mediante l'utilizzo del web un'attività di condivisione e giustificazione e dunque di esaltazione e incitamento alla commissione di reati connotati da violenza".
Secondo la procura di Roma, esiste il "pericolo concreto ed attuale" che "la libera disponibilità e la visibilità del sito possa ulteriormente aggravare e protrarre le conseguenze del reato ipotizzato, continuando a pubblicizzare metodi di protesta 'di lotta e scontro', fondati sulla violenza e sulla prevaricazione".
"Ciò può essere evitato - si legge nel dispositivo - unicamente disponendo il sequestro preventivo del sito web mediante il cosiddetto oscuramento, in modo tale da impedirne la consultazione da parte degli utenti della rete e l'ulteriore utilizzo da parte degli autori del reato". Nel testo si inneggiava, tra l'altro, a una "rivoluzione" anti-Green pass, contro "i palazzi dell'odiato potere".
La procura di Torino ha, invece, chiuso un'altra indagine per apologia di fascismo su Forza Nuova. Secondo quanto si apprende, gli indagati sono il coordinatore regionale Luigi Cortese, Stefano Saija e Alessandro Balocco, oggi segretario provinciale di Italexit con Paragone a Cuneo. Il caso è quello di uno striscione comparso nel 2019 in città: vi si leggeva "spezza le catene dell'usura, vota fascista, vota Forza Nuova". Cortese ha negato di essere l'autore e di avere autorizzato l'iniziativa.