Dovrebbe essere firmato nei prossimi giorni un Dpcm con le indicazioni generali sulle modalità dei controlli per i possessori del Green pass, sia nei settori del lavoro della pubblica amministrazione che nel privato, anche eventualmente con l'ausilio di una app. Ad essere recepite nel documento potrebbero essere linee guida già concordate con le Regioni.
Le indicazioni, così come succederà per la P.a., potrebbero prevedere controlli giornalieri e preferibilmente all'accesso in azienda, a campione (in misura non inferiore al 20% e con un criterio di rotazione) o a tappeto, con o senza l'ausilio di sistemi automatici.
Dal governo resta la fermezza su quanto già stabilito: i tempi di validità del passaporto verde a chi esegue i tamponi non cambiano e restano di 48 ore con test rapido e 72 con molecolare. Dunque nessuna modifica delle regole e quindi ai non vaccinati (esenti con certificato esclusi) toccherà adeguarsi.
I dubbi delle imprese I nodi, spiegano soprattutto i rappresentanti delle piccole imprese, sono ancora parecchi. Molte difficoltà potrebbero spuntate nei cantieri o ditte in appalto, visto che chi è privo di pass potrebbe bloccare l'andamento di una determinata catena di lavori. Resta aperta la questione dei lavoratori stranieri, in particolare dell'Est, vaccinati con Sputnik, un siero non riconosciuto dall'Ema. Su quest'ultimo aspetto ci sono più ipotesi allo studio, una di queste e' di effettuare una ulteriore dose addizionale con un vaccino a mRna in chi è vaccinato con vaccini non riconosciuti dall'Ema. C'è poi chi pensa di installare tornelli mentre altri lamentano l'aggravio di spese determinato dai necessari controlli.
"Ogni giorno le nostre imprese dovranno adempiere all'obbligo di controlli sulla validità del green pass del lavoratore mentre sarebbe più semplice almeno contemplare la possibilità di una comunicazione volontaria, da parte del lavoratore, della data di scadenza della validità del proprio Green pass", afferma Giovanni Bozzini, presidente di Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa della Lombardia. I dubbi della Cna riguardano in particolare quelle "categorie di lavoratori quali trasportatori, impiantisti, venditori, operatori del settore delle imprese di pulizie, persone che per esempio non si recano tutti i giorni presso la sede aziendale, ma che raggiungono direttamente la clientela".
Il "caso" reddito di cittadinanza - Dell'oltre un milione di persone che percepiscono il reddito di cittadinanza, circa 170mila non sono vaccinate. Per legge nel momento in cui accetteranno un lavoro dopo il 15 ottobre si troveranno nella condizione di non poter entrare nelle aziende a meno di non provvedere con un tampone. Secondo Unimpresa - citata dal Messaggero - chi si trova al terzo rifiuto potrà farsi assumere ma poi comunque non fare il green pass. In questo modo non avrà il lavoro ma nemmeno perderà il reddito perché giuridicamente parlando lui lo avrà accettato. Dal ministero del Lavoro fanno sapere che chi percecipisce il reddito di cittadinanza non è esentato dall'avere il green pass quando necessario.
Nel 2022 si potrebbero ridurre i casi di applicazione - Possibili novità, chiarisce il sottosegretario Andrea Costa, potrebbero arrivare soltanto nel 2022. "Sarà possibile rivedere ed eventualmente ridurre l'attuale applicazione del Green pass con l'inizio del nuovo anno se i dati dell'epidemia continueranno a mostrare un trend di miglioramento, ma - precisa Costa - una valutazione più precisa sara' fatta a dicembre in concomitanza con la scadenza dello stato di emergenza".