"Siamo in grado di affrontare l'Isis autonomamente". E' quanto ha dichiarato il portavoce dei talebani Suhail Shaheen in un'intervista diffusa dai media Usa, escludendo una cooperazione con gli Stati Uniti nella lotta all'Isis-K in Afghanistan. Il gruppo jihadista ha appena rivendicato l'attacco di venerdì a una moschea sciita a Kunduz, dove sono rimaste uccise almeno 55 persone.
Una delegazione dei sedicenti studenti coranici incontra sabato e domenica gli inviati americani a Doha, in Qatar, per la prima volta dal ritiro delle truppe Usa ad agosto, ponendo fine a una presenza militare di 20 anni. Alti funzionari talebani e rappresentanti degli Stati Uniti hanno avviato colloqui in Qatar sul contenimento dei gruppi estremisti in Afghanistan e sull'evacuazione di stranieri e afghani dal Paese.
Sui diritti delle donne e delle minoranze in Afghanistan, "quello che chiediamo è di avere tempo. Questo processo avverrà gradulmente", ma "in questo momento la nostra priorità è stabilizzare il Paese dopo 40 anni di guerra", ha detto in un'intervista ad Al Jazeera il portavoce del ministero degli Esteri dei talebani, Abdul Qahar Balkhi.
"Non vogliamo interferenze nei nostri affari interni, come noi non interferiamo in quelli degli altri. Non vogliamo che l'Afghanistan sia un terreno di competizione", ha proseguito il portavoce, affermando che il suo governo si impegna a garantire "tutte le libertà assicurate dall'islam".
"In questo momento, noi cerchiamo relazioni positive con gli Stati Uniti" e "vogliamo un coinvolgimento diplomatico ed economico. Facendo volare i propri droni e aerei nel nostro spazio aereo, gli Stati Uniti stanno compiendo una violazione dell'integrità territoriale dell'Afghanistan", ha aggiunto.
"Nonostante questo - ha sottolineato - noi cerchiamo il dialogo. Questa è stata la nostra politica sin dall'inizio. Vogliamo buone relazioni con tutti i nostri vicini, Tagikistan, Uzabekistan, Iran, Pakistan", e "abbiamo contatti diretti non solo con gli Usa, ma anche con i nostri Paesi vicini".
Secondo Al Jazeera, i talebani hanno poi insistito sul fatto che gli Stati Uniti dovrebbero onorare l'accordo del 2020 firmato a Doha e rimuovere le sanzioni e sbloccare i beni della Banca centrale afghana per un valore di miliardi di dollari. Molti leader talebani, compresi gli attuali ministri, sono ancora nella lista nera delle Nazioni Unite e degli Stati Uniti.