La psicoanalisi sale sul palco. Quello del Teatro Franco Parenti. Va in scena infatti dal 12 al 17 ottobre "Amen" il primo testo di Massimo Recalcati per il teatro con la regia di Valter Malosti. Il noto psicoanalista, saggista e scrittore si racconta in uno spettacolo in forma di "concerto per voci ed elettronica", nato durante il lockdown. Interpretato da tre personaggi che gli danno voce, la Madre (Federica Fracassi), il Figlio Enne2 (Marco Foschi) e il Soldato (Danilo Nigrelli) accompagnati dalla chitarra elettrica di Paolo Spaccamonti ed dai suoni live elettronici di Gup Alcaro, Recalcati offre la sua lezione sulla vita che vince sulla morte: "Amen vuol dire 'così sia', 'che sia così', che la vita sia viva, che la morte non sia l’ultima parola sulla vita".
Recalcati attinge al suo vissuto e alla sua biografia per tessere un racconto denso ed emozionale, che diventa messaggio universale.
Come in una seduta psicoanalitica partendo dall'esigenza di elaborare un percorso personale l'autore cerca di toccare le corde di tutti.
"Sin da ragazzo, da quando avevo vent’anni, volevo scrivere di teatro. Ero un vero appassionato di teatro, mangiavo pane e teatro. Poi, come spesso accade nella vita, ci sono stati incontri che hanno deviato questa mia vocazione. Durante il primo lockdown ho cominciato a scrivere un testo. Mentre scrivevo attorno c’era la morte. Come direbbe il grande pittore Rothko, quando si fa arte o si parla della vita e della morte o è meglio non farla. Amen è la parola che consacra la possibilità che la vita possa esistere anche dove è la morte, che la morte non possa essere l’ultima parola sulla vita", spiega Recalcati, che partendo da episodi della sua vita tiene una lezione... teatrale cercando di indicare gli strumenti per combattere, come un soldato, risolvere i conflitti e vivere: nell'Amore.