Le temperature esterne cominciano a scendere e le giornate ad accorciarsi: oltre a sentirci un po’ più malinconici e pigri, scopriamo di colpo di avere più appetito del solito. Anzi: a volte la fame si scatena in modo incontrollabile, tanto che diventa difficile trattenersi dallo spiluzzicare in continuazione. Perché accade tutto questo? La “fame da cambio di stagione” è stata studiata e sono emerse alcune evidenze scientifiche: in ottobre e novembre abbiamo sempre fame per una serie di cause legate alla sfera psichica, ma anche per precise ragioni fisiche.
IL MAL D’AUTUNNO – In termini scientifici si chiama Seasonal Affective Disorder (SAD): si tratta di quel complesso di piccoli disturbi che ci affliggono con il mutare della stagione: mal di testa, spossatezza generale, difficoltà di concentrazione e maggiore irritabilità. Nella maggior parte dei casi si tratta di malesseri lievi che non richiedono cure: lo stato di insoddisfazione generale che si prova quando si scivola verso l’inverno può spingere a cercare conforto nei nostri cibi preferiti, il classico comfort food, molto gratificante e consolatorio, ma poco sano dal punto di vista nutrizionale. Insomma, la malinconia ci spinge a mangiare di più e peggio.
STILI DI VITA - Il fatto di trascorrere più tempo al chiuso, in casa o in ufficio, aumenta i livelli di noia: in questo modo riceviamo meno sollecitazioni dall’ambiente esterno e siamo più portati ad avvertire i segnali che arrivano dal nostro corpo, a cominciare dalla fame, spesso di origine nervosa. Facciamo anche meno attività fisica, quindi bruciamo meno calorie.
IL RUOLO DEI NEUROTRASMETTITORI – La fame d’autunno non è però solo fame nervosa. Gli ormoni prodotti dal nostro organismo sono regolati dalla presenza della luce diurna, che domina il susseguirsi dei ritmi circadiani. Il fatto che le giornate si stiano accorciando sensibilmente scombussola il movimento del nostro orologio interno, con qualche perturbazione nei ritmi sonno-veglia e sazietà-appetito. In particolare, diminuiscono i livelli di serotonina, dopamina ed endorfine, le sostanze che presiedono le sensazioni di benessere, serenità e relax. Per attenuare il senso di insoddisfazione si ricorre dunque a cibi gratificanti, nei quali trovare una compensazione e la sensazione di appagamento e benessere a cui aspiriamo.
UNA SCORTA PER L’INVERNO – Il nostro organismo conserva una memoria atavica dei tempi in cui l’inverno era una stagione di penuria di cibo: prima dell’arrivo del freddo si cercava di fare scorta di energia, anche attraverso un maggiore deposito di grasso come riserva per i tempi di carestia invernale. Il problema sta nel fatto che le calorie in più che introduciamo a causa di questa “fame atavica” oggi non servono più, né per riscaldarci, né per far fronte a periodi di carestia. Vengono quindi immagazzinate sotto forma di grasso di riserva, che tra l'altro è il più difficile da intaccare.
COME RESTARE IN PACE CON LA BILANCIA – Per ovviare in qualche modo alla situazione e per assecondare in qualche modo il palato possono essere utili le seguenti strategie.
-Muoversi di più, facendo il più possibile attività fisica, per bruciare le calorie in eccesso. L’attività fisica inoltre produce endorfine, che sostengono il buon umore e ci fanno avvertire di meno lo stimolo della fame.
-Preferire alimenti e bevande caldi, come minestroni, zuppe, tisane: nei mesi freddi il nostro organismo ci segnala la sua necessità di produrre calore attraverso la richiesta di cibo, da usare come fonte di energia e di riscaldamento: in questo modo otteniamo il clore di cui abbiamo bisogno senza eccedere con le calorie;
-Uscire di casa coperti in modo adeguato, per difendersi dai primi freddi. L’ideale è vestirsi “a cipolla” per adattarsi agli eventuali sbalzi di temperatura, molto comuni nei cambi di stagione.
-Mantenere una scansione regolare dei pasti: tre pasti principali più due piccoli spuntini con alimenti sani e leggeri sono lo schema ideale della sana alimentazione da conservare in tutti i periodi dell’anno. Mai saltare i pasti, soprattutto se siamo a dieta, e ricordarsi che la prima colazione è di importanza fondamentale.
-Mettere in tavola alimenti ricchi di triptofano, precursore della serotonina e della melatonina, gli ormoni della serenità e del buon riposo. Il triptofano si trova soprattutto nei legumi, noci e mandorle, cereali non raffinati come avena, grano saraceno, farro, orzo, miglio, riso. Non dimentichiamo la verdura e la frutta, in particolare cavoli, broccoli, pomodori, melagrana, banane e kiwi.