Continua il braccio di ferro nella maggioranza all'indomani del Cdm disertato dai ministri leghisti. Da un lato il premier Draghi, che incasella lo strappo e precisa che "il governo va avanti" e che l'azione dell'esecutivo "non può seguire il calendario elettorale". Dall'altro Matteo Salvini che invoca la cancellazione "di qualsiasi ipotesi di riforma del catasto e di patrimoniale sulla casa dalla delega fiscale".
Draghi: "Questo governo non tocca le case" - "Nessuna patrimoniale", replica Draghi. "Questo governo non tassa, non tocca le case degli italiani e non alza le tasse, non turba la ripresa con attacchi fiscali". Draghi rivendica quanto messo in cantiere sulla revisione del catasto: un'operazione di trasparenza, non una scelta di politica fiscale. "Perché nasconderci dietro l'opacità?", domanda. Poi, in conferenza stampa in Slovenia al termine di un Consiglio Ue informale, apre a un chiarimento con il leghista: "Salvini ha detto che la partecipazione al governo non è in discussione, lo vedrò nei prossimi giorni".
Salvini: "Mettere per iscritto nessuna tassa in più, di Draghi mi fido" Se Draghi dice "che non aumenterà le tasse, mettiamolo per iscritto. Di lui mi fido, di altri no". E' quanto afferma il leader della Lega, Matteo Salvini, aggiungendo: "A me interessa che nessun italiano paghi un euro in più, questo era l'accordo con cui è nato il governo Draghi. Se qualcuno ne paga di meno ne sono felicissimo. Non è una condizione per restare al governo"
"Sono nel governo per ridurre le tasse" - "Il passaggio che porta all'emersione del nero e dell'abusivo va benissimo, ma ogni possibilità attuale o futura di un aumento della tassa sulla casa non potrà mai avere il sostegno della Lega", aveva detto mercoledì il segretario del Carroccio spiegando lo strappo. "Io sono in questo governo per ridurre le tasse, non per aumentarle, soprattutto su un bene primario come la casa, di cui 8 italiani su 10 sono proprietari di quella in cui vivono".
Lega non ha votato delega perché c'è possibile aumento tasse - "La Lega - aveva poi aggiunto mostrando ai cronisti i documenti della delega fiscale varata dal governo con l'assenza dei ministri leghisti - non darà mai il suo ok a un aumento delle tasse. Partendo da quello che c'è scritto, perché verba volant scripta manent, nella delega fiscale approvata ieri in Cdm, al comma 2 dell'articolo 7, lettere A e B, un aumento possibile delle tasse sulla casa. Ecco perché la Lega non ha votato".
Il piano del premier Il rischio di una crisi di governo, in ogni caso, sembra lontano. L'idea di Draghi è quella di accelerare su tutti i fronti aperti, senza esasperare le polemiche ma tentando a far riconcentrare la squadra sulle cose da fare. Giovedì la cabina di regia su scuola e università (seguiranno quelle su salute e trasporti), poi il Cdm sulla capienza di cinema, teatri e discoteche (e qui non si escludono nuove scintille). E comunque una road map serrata per mantenere tutti gli impegni scanditi proprio dal quel calendario europeo al quale Draghi guarda, magari facendo riunire il governo anche due volte a settimana.