Città fantasma

In Cina 90 milioni gli appartamenti rimasti completamente vuoti | La crisi del colosso immobiliare Evergrande

La bolla speculativa del mercato edilizio ha creato migliaia di città e grattacieli disabitati, mettendo a rischio l'intera economia del Paese

Palazzi, quartieri e città fantasma. In Cina il mercato immobiliare è al collasso e lo dimostra il fatto che, secondo uno studio di Rhodium Group, oltre 90 milioni di appartamenti risultano essere completamente vuoti. Interi grattacieli con migliaia di appartamenti sfitti e invenduti. Come è successo a New Town, gigantesco progetto abitativo costruito per ospitare oltre 500.000 residenti, che si è trasformato, prima ancora di nascere, in una città satellite disabitata.

Nell’ultimo decennio in Cina le banche hanno finanziato eccessivamente il comparto del real estate, l'intero settore del mercato immobiliare. Le grandi imprese, spinte dal fatto che nella Repubblica Popolare Cinese questo ambito risultasse praticamente esentasse, hanno costruito decine di migliaia di case, appartamenti e cittadine in cui nessuno poi è andato ad abitare. Il fenomeno è scaturito principalmente da due fattori: la grande speculazione sul settore immobiliare, che pesa oltre il 30% del PIL del Paese, e il drastico rallentamento della crescita demografica manifestatosi negli ultimi anni.

Numerosi economisti temono che il crollo del settore possa provocare un forte rallentamento dell'economia cinese, fattore che avrebbe un impatto diretto sull’intera economia globale. Il settore immobiliare in Cina vale infatti un quarto dell’intera produzione economica. In questo contesto di crisi si inserisce la crisi di Evergrande, maggiore sviluppatore immobiliare cinese, che ha accumulato più di 300 miliardi di dollari in debiti attraverso immobili costruiti in un mercato incapace di assorbirli, dato il surplus già presente. 

La bolla del mercato immobiliare in Cina si sarebbe creata a partire dalla crisi finanziaria del 2008, quando il governo adottò importanti misure di stimolo economico per sostenere il Paese. L’idea era quella di creare molta liquidità per mantenere alti gli investimenti e proteggere l’occupazione. Il piano risultò efficace e l’economia crebbe immediatamente, soprattutto nel settore immobiliare, in cui parallelamente nacque la diffusa speculazione che oggi ha portato al sovraccarico immobiliare.

Per anni in Cina si sono costruite case su case, vere e proprie nuove città in grado di ospitare centinaia di migliaia di nuovi abitanti. Attualmente il governo di Pechino sta mettendo in atto numerosi interventi per limitare i danni provocati dal crollo di Evergrande e dalla crisi del real estate. Nel frattempo, secondo quanto riposta l’Economist, un quinto di tutte le abitazioni della Cina rimane vuoto.