Varianti coronavirus, Fauci: con la terza dose aumento della protezione fino a 44 volte
L'immunologo: "Con la variante delta la carica virale negli infetti è fino a mille volte più alta"
Con la terza dose di vaccino Moderna, a 15 giorni dalla somministrazione si rileva un aumento della protezione rispetto alle varianti del coronavirus. A riferirlo è l'immunologo americano Anthony Fauci, secondo il quale l'aumento è "di 23 volte rispetto alla mutazione D614G (la prima), di 32 rispetto alla mutazione B.1.351 (la sudafricana) e di 44 volte rispetto alla mutazione P.1 (brasiliana)". Dati simili si rilevano "per il booster Pfizer".
L'immunologo, che ha parlato al Congresso dei medici internisti Fadoi, ha anche riferito che "la trasmissibilità della variante Delta è molto più efficiente delle altre varianti e la carica virale nelle vie aeree superiori delle persone infette è fino a mille volte superiore rispetto ad altre varianti. Negli Stati Uniti questo ha comportato un calo di efficacia dei vaccini contro forme gravi di malattia con conseguenti ricoveri, che è dal 91 all'81% per Moderna e dall'85 al 75% per Pfizer".
Fauci ha quindi parlato del Long Covid spiegando che "ci sono anche condizioni post Covid-19 riconducibili alla disfunzione residua degli organi, dovuta dal danno, come quello polmonare, che porta ad anomalie della funzione. Tuttavia dal 15 al 30% circa di individui ha una persistenza di segni e sintomi, da settimane a mesi, che non sono completamente spiegabili. Alcuni di quelli riportati come Long Covid sono affaticamento estremo, a volte debilitante, inspiegabile mancanza di respiro, dolori muscolari, disautonomia (malfunzionamento del sistema nervoso) caratterizzata da sbalzi della temperatura e tachicardia inspiegabile, disturbi del sonno, depressione e ansia, e una condizione molto curiosa denominata 'nebbia del cervello', che provoca nelle persone difficoltà a focalizzare o concentrare i propri pensieri".
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