E così, Giorgio Armani presenta, a distanza di più di vent’anni, la sua collezione in via Borgonuovo 21, nello storico ‘teatrino’ che ha fatto da sfondo a sfilate memorabili.
Ed è un ritorno anche questa collezione, un vero e proprio métissage di stilemi squisitamente armaniani e sentori, decori, colori nomadi che paiono raccolti nel corso di un viaggio e reinterpretati con sensibilità cittadina. Il contrappunto di rigore e libertà si realizza nel segno della leggerezza, materiale e cromatica.
Due tratti ricorrono, dando carattere e continuità narrativa: il capo coperto, da un foulard annodato o da una cuffia crochet, e le scarpe piatte, aperte in punta o allacciate intorno al piede. La collezione si apre in blu e bianco con tocchi vivi di rosso: giacche con chiusure a nodo, oppure morbide e allungate, pantaloni ampi come gonne, o dai volumi che si riducono al fondo, piccoli top, tuniche. Il movimento diventa impalpabile nella sequenza di grigi pallidi e aerei, di azzurri e verdi tenui per giacche essenziali, pantaloni fluidi e lunghe gonne vaporose. Il colore esplode nella contrapposizione di rosso e di viola, nei giochi di sovrapposizioni spontanee.
Gli accessori fanno da contrappunto aggiungendo una nota di puro design: borse a mano dai profili stondati, oppure piccole con manici arrotondati, e poi grandi sporte e tracolle crochet.
La sera, infine, è un tripudio di abiti luminosi, senza peso, che sfiorano appena il corpo e nei quali la velatura di strati di tulle crea cromie fondenti e sorprendenti, sempre morbide.