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Combattere il riscaldamento globale grazie agli elefanti: la proposta di due ricerche

La reintroduzione di questi animali in Europa ha l'obiettivo di innescare un restauro ecologico per ripristinare l’equilibrio degli ecosistemi

iberpress

Tornare a casa dopo 10.000 anni: gli elefanti in Europa potrebbero essere una realtà. Un’arma in più per combattere il riscaldamento globale. A sostenere la tesi due ricerche, una olandese e una australiana. L’idea è questa: innescare un restauro ecologico per ripristinare l’equilibrio degli ecosistemi. Sembra una provocazione, immaginare branchi di elefanti che passeggiano tra Parigi e Berlino, eppure non lo è, o almeno, potrebbe rappresentare un modo creativo di tutelare l’ambiente.

Dai mammut agli elefanti - C'è un prima. Quasi l’80% delle specie erbivore che superano la tonnellata sono state eliminate negli ultimi 10.000-60.000 anni. Una perdita massiccia in un periodo relativamente breve. Sembra una storia vecchia, l’ultimo mammut vivente passeggiava sulle coste dell’isola di Wrangel, a largo della costa siberiana, 3.700 anni fa, eppure ancora oggi è possibile osservare le ricadute ecologiche dovute alla scomparsa dei mega erbivori.  

La reintroduzione degli elefanti - La proposta avanzata dai ricercatori olandesi Elisabeth Bakker e Jens-Christian Svenningdi mira a ricostruire, in alcune zone, gli antichi paesaggi europei per alimentare la biodiversità sul territorio. La reintroduzione degli elefanti potrebbe essere una spinta: dalla dispersione dei semi nei terreni al riciclaggio dei nutrienti nel suolo. Da qui l’idea di trasferire elefanti asiatici nei pressi di Copenaghen. I ricercatori australiani sono d’accordo. I loro studi dimostrano che gli elefanti pascolando riducono la quantità di combustibile presente nel terreno, tutelando così dal rischio di incendi. Gli scienziati hanno infatti notato un aumento della superficie calcinata in quei territori abbandonati dai mega erbivori.  

Le conseguenze della reintroduzione degli elefanti in territorio europeo lasciano però diversi interrogativi aperti, tra questi il possibile impatto sulle specie erbivore più piccole. Uno studio dell’Università di Leeds e dell’Università d'Irlanda di Galway ha insistito proprio su questo punto ricreando all’interno della savana un’area che escludesse gli elefanti. Hanno mappato i cumuli di sterco delle specie erbivore più piccole per 12 anni. Poi, tirando le somme, hanno osservato una migrazione di queste specie verso i territori abbandonati dai mega erbivori.

Il reinserimento degli elefanti in terra europea non è però un’alternativa da scartare. Alla base c’è l’idea di raddrizzare quello che è stato un antico errore in termini evolutivi, in prospettiva rimane il tentativo di costruire proposte originali per frenare il declino degli ecosistemi. 

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