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Ilaria Cucchi: "La Bestia ha sbranato la mia famiglia, ma non odio Luca Morisi"

La sorella di Stefano sul caso dell'ex spin doctor della Lega: "Nonostante tutto non nutro sentimenti di odio o vendetta nei suoi confronti". Ma non nascondo "la mia rabbia nei confronti di Salvini"

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"Lo perdono. Sì. Però Stefano me l'hanno ammazzato". Così Ilaria Cucchi affida prima a Facebook le sue riflessioni su Luca Morisi (ex responsabile della comunicazione social di Matteo Salvini finito sotto inchiesta per droga); poi spiega, in un lungo intervento su La Stampa, cosa è stata per lei e la sua famiglia la "Bestia". "Ci ha sbranato facendo leva sui sentimenti più bassi e biechi che può provare il genere umano, ma non odio nessuno".

"A suo tempo - ricorda Ilaria -  avevo chiesto le scuse a Matteo Salvini per i suoi attacchi a me, alla mia famiglia e a Stefano. Ovviamente quelle scuse non sono mai arrivate. La sua risposta alla sentenza pronunciata dalla Corte di Assise di Roma con la quale venivano condannati i responsabili del pestaggio mortale di mio fratello è stata che "la droga fa male". In passato, in campagna elettorale, aveva persino detto che "Ilaria Cucchi fa schifo". Le sue continue prese di posizione ai miei danni hanno scatenato la Bestia".

"Una regia  - aggiunge - studiata anche sulla sindrome della paura e dell'odio nei confronti del prossimo. Una potenza di fuoco di fronte la quale abbiamo tentato di resistere cercando di non esserne travolti.Tutto ciò mentre mia madre ha iniziato la sua lotta contro il cancro e mio padre contro il morbo di Parkinson che si è manifestato in modo violento e particolarmente aggressivo". Eppure Ilaria perdona. "Nonostante tutto questo - prosegue -  io mi sento di condividere il dolore di Luca Morisi, come essere umano che è stato costretto a rivelare tutte le sue fragilità. Non nutro sentimenti di odio o vendetta nei suoi confronti". 

Ma c'è un ma..."Sarei tuttavia ipocrita se non ammettessi la rabbia che provo nei confronti di colui che della "Bestia" ha saputo fare la sua forza violenta, cinica e distruttiva, nel sacro nome del consenso cieco e ostaggio delle facili suggestioni liberatorie dalla paura. Matteo Salvini. Questa, lo riconosco, è la mia debolezza".

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