a "Buoni o Cattivi"

Marcell Jacobs e il rapporto con il padre: “Nelle gare mi auto-sabotavo, soffrivo per il suo abbandono"

Il campione olimpico a “Buoni o Cattivi”: “Ho deciso di vederlo per capire quello che non so” 

"Prima nelle gare mi auto-sabotavo, mi si indurivano le gambe, avevo paura di quell’abbandono che avevo avuto da lui". Marcell Jacobs a "Buoni o Cattivi" parla del rapporto molto difficile con il padre. Il campione olimpico dei 100 metri e della 4x100 racconta i momenti bui vissuti a causa dell'assenza del padre e della voglia, recente, di conoscerlo. "Fino a un anno fa avevo un blocco, avevo creato un muro di cemento armato su tutto quello che riguardava mio padre. Sono cresciuto solo con mia madre, era quella la mia famiglia. Poi a un certo punto - spiega - ho cominciato a parlarne e a buttare giù quel muro, cominciando a descrivere la mia vita senza di lui". 

"Se mio padre è stato cattivo con me? No, credo sia stata una situazione difficile; vorrei capire - aggiunge l'atleta - tutto quello che ha passato, sentire la sua storia. Ho deciso di vederlo per capire tante cose che non so". Jacobs spiega che suo padre era un militare e, tornato da una missione, non ha voluto sapere più nulla di lui e della sua famiglia. "Aveva delle difficoltà psicologiche è dovuto andare in un centro di riabilitazione. Magari lui ha voluto allontanarsi per il nostro bene - si chiede l'atleta - questa è una domanda che gli farò quando lo vedrò". 

Nonostante ciò negli anni ci sono stati dei contatti tra padre e figlio. "Nel giorno del mio compleanno, o quando facevo le gare mi mandava dei messaggi, ma io - rivela Jacobs - non gli ho mai risposto. Poi sono stato io che gli ho riscritto. Adesso non ci scriviamo tutti i giorni, non c'è questo grande legame - considera il campione olimpico - ma mi interessa che sia orgoglioso di me", conclude.