Il 1986 è stato inequivocabilmente un anno speciale per il nostro hobby di videogiocatori. Basti pensare che in pochi mesi debuttarono giochi fondamentali come The Legend of Zelda, Bubble Bobble e Metroid: a questi si affianca necessariamente un importantissimo gioco di corse firmato da SEGA che nel settembre di quell’anno inizia a sfrecciare nelle sale giochi giapponesi per poi approdare rapidamente in tutto il mondo. Stiamo parlando di Out Run, che con la sua Ferrari Testarossa ha fatto decisamente storia.
In un mercato come quello dei videogame che si stava riprendendo dal brutale crash del 1983 il focus stava tornando rapidamente alle sale giochi, con i loro hardware avveniristici che staccavano nettamente quanto offerto dalle piattaforme da casa: in questo ambito SEGA era tra i produttori in prima linea nello spingere la tecnologia dei propri cabinati per offrire esperienze sempre più impressionanti.
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A dirigere i lavori su questi giochi da sala troviamo spesso Yu Suzuki, designer capace di bilanciare bene il peso di un buon gameplay con quello di un apprezzabile avanzamento tecnologico: per SEGA ha già pubblicato pochi mesi prima racing-game come Hang-On e Enduro Racer. Eccolo al lavoro su un titolo pensato appositamente sia per fornire una resa visiva rivoluzionaria, sia per trasferire nel giocatore una piacevole sensazione di "viaggio".
Così, nel settembre di trentacinque anni fa, arriva in sala giochi il fiammante Out Run, caratterizzato da una bella Ferrari Testarossa Spider su cui viaggia una coppia di corridori-turisti, pronti ad affrontare un lungo viaggio attraverso diversi stati in quella che sembra una colorata - e creativa - riproposizione degli Stati Uniti e di diverse nazioni europee.
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Out Run si fa notare innanzitutto per la grafica colorata e per le ampie strade da percorrere in mezzo al traffico cittadino, un’impostazione tutto sommato originale per l’epoca. Non solo: al termine di ciascun tratto di strada troviamo un bivio che ci consente di scegliere come proseguire la nostra traversata: questo porta a una grande quantità di combinazioni di percorsi durante le partite - con relativa rigiocabilità - e a cinque differenti finali del gioco, a modo loro un’altra ventata di novità in un genere un po’ stantio.
Oltre alla bellissima (e velocissima) grafica, Out Run si fece notare in sala anche grazie agli elaborati cabinati, alcuni dei quali muniti anche di abitacolo. Inoltre il gioco è caratterizzato dalla bella colonna sonora a cura di Hiroshi Kawaguchi, storico compositore di SEGA già ascoltato, tra gli altri, in Space Harrier. La possibilità di utilizzare l’autoradio per scegliere la musica all’inizio della partita è un’altra delle chicche che ha reso Out Run una leggenda.
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Il gioco ha avuto un successo enorme in sala giochi, con oltre trentamila cabinati venduti in due anni, ed è stato convertito per una grande quantità di piattaforme da casa, sulle quali spiccano le versioni per Sega Master System e Sega Mega Drive. Generalmente dimenticabili invece le conversioni per home computer, anche nei casi di sistemi a 16 bit come Amiga e Atari ST.
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Ovviamente il grande successo del gioco ha anche dato vita a una serie che a oggi conta una decina di "capitoli" sulle più disparate piattaforme, tra console e personal computer. In effetti però è da qualche anno che la Ferrari di SEGA non si affaccia sul mercato: un peccato, ma chi sa che nei prossimi mesi non si possa tornare a gareggiare sulle assolate strade create da Yu Suzuki?