La Germania si sta preparando a lunghe settimane di trattative e discussioni a caccia della coalizione che dovrà guidare il Paese dopo l'addio di Angela Merkel. Dalle urne è uscito vincitore l'Spd di Olaf Scholz, che ora davanti a sé ha almeno cinque diverse opzioni per formare il prossimo governo. Tra le poltrone ambite non c'è solo la cancelleria, diventata pesante dopo i sedici anni della Merkel, ma anche quella del ministero delle Finanze, dal 2018 in mano al leader dei socialdemocratici.
Guardando ai numeri dunque, l'Spd ha portato a casa 5,2 punti percentuali in più rispetto alle elezioni del 2017. Qualche decimo più sotto, fermo al 24,1%, si è posizionato il Cdu-Csu, il partito democratico cristiano guidato dalla cancelliera in uscita. Un risultato che permette all'Unione di alzare la voce per un posto al governo, nonostante vanti il peggior punteggio dal dopoguerra: -8,9% rispetto all'ultima volta. In negativo anche l'estrema destra AfD e l'estrema sinistra Die Linke.
Buone notizie invece per i Verdi della candidata Annalena Baerbock, saliti al 14,8% e dei liberali (Fdp) di Christian Lindner, che guadagnano invece un punto percentuale in più rispetto a quattro anni fa arrivando all'11,5%. Due traguardi fondamentali in ottica coalizione. Se infatti il dubbio resta su chi la guiderà, se Spd o Cdu-Csu, l'opzione di inglobare anche Verdi e liberali è pressoché consolidata.
I giochi di potere restano aperti, e le combinazioni possibili per superare la soglia dei 368 seggi necessari sono almeno cinque. Quella meno probabile è la famosa "Grande Coalizione" ovvero un governo che vanta la collaborazione tra centro-destra e centro-sinistra, Spd e Cdu-Csu. Insieme infatti i due riuscirebbero a ottenere 402 posti, ma non darebbero abbastanza voce a un popolo che ha voluto premiare Verdi e Fdp punendo invece i cattolici. Rare anche le coalizioni "Kenia", che rispetto alla GroKo aprirebbe anche ai 118 seggi dei Verdi, e "Germany" con invece i 92 dell'Fdp.
Prende dunque sempre più piede la coalizione "semaforo", chiamata così per la combinazione del rosso dell'Spd, del verde del partito della Baerbock e del giallo dei liberali, 416 seggi totali. Dieci in più rispetto alla simile coalizione "Giamaica" guidata però dal Cdu-Cds anziché dai socialdemocratici. Un'alternativa che potrebbe però risultare stretta ai Verdi, che con i democratici hanno poco da spartire. Viceversa sotto l'Spd sarebbe il partito del liberale Christian Lindner a rischiare di perdere la voce.
Nei prossimi giorni è atteso un colloquio tra Fpd e Verdi proprio per cercare di trovare un primo accordo. I liberali sembrano infatti storcere il naso di fronte ai due punti principali del programma della Baerbock, ovvero l'aumento delle tasse e l'ammorbidimento del freno del debito, necessari per finanziare la transizione ecologica. Nel frattempo, alla riunione della direzione Cdu-Csu, il democratico Armin Laschet ha dichiarato di voler aspettare per avviare colloqui esplorativi per l'opzione Giamaica, guardando prima alle mosse del rivale Scholz, il quale gli avrebbe già suggerito di tenere viva l'idea di finire all'opposizione.