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Vaccini, Draghi: l'Italia donerà 45 milioni dosi entro l'anno ai Paesi più poveri

Anche gli Stati Uniti faranno la loro parte, dando altri 500 milioni di vaccini. Attualmente nella maggior parte dei Paesi più poveri meno del 10% della popolazione è pienamente vaccinata

Ansa

L'Italia è pronta a donare 45 milioni di vaccini ai Paesi più poveri. Lo ha annunciato il premier Mario Draghi intervenendo al "Global Covid-19 Summit", a margine dell'Assemblea generale dell'Onu. "Noi siamo pronti a triplicare i nostri sforzi", ha detto Draghi. In occasione del precedente Global Health Summit di Roma il nostro governo era intenzionato a dare 15 milioni di dosi. 

Anche Joe Biden ha lanciato il suo appello agli oltre 30 leader mondiali al vertice virtuale sul Covid. "Siamo di fronte a una tragedia globale che ha già fatto 4,5 milioni di morti. Per questo dobbiamo fare di più per sconfiggere questa pandemia, e lo dobbiamo fare accelerando sul fronte dei vaccini".

Il presidente ha annunciato che gli Usa doneranno altre 500 milioni di dosi ai Paesi più poveri. Non solo: Washington è pronta anche a stanziare altri 370 milioni di dollari per favorire la distribuzione dei vaccini ovunque nel pianeta, per favorire una somministrazione sempre più capillare nelle aree piu' remote e disagiate. L'ambizioso obiettivo indicato dal presidente americano è vaccinare almeno il 70% del mondo entro un anno, nel settembre del 2022: "Gli Stati Uniti vogliono essere l'arsenale dei vaccini come sono stati l'arsenale della democrazia durante la Seconda guerra mondiale. Ma la pandemia si sconfigge solo agendo tutti insieme", ha affermato Biden. Questo concetto è stato sottolineato anche da Draghi che ha parlato di "grandi diseguaglianze" che vanno colmate attraverso una "cooperazione globale" e meccanismi multilaterali come il Covax che restano "i più efficaci".

Board finanziario e sanitario globale Il premier italiano si è impegnato per l'istituzione di un board finanziario e sanitario globale col compito di favorire la collaborazione tra il G20, l'Organizzazione mondiale della sanità , la Banca Mondiale e le altre organizzazioni internazionali. Con la nuova donazione annunciata da Biden salgono a 1,1 miliardi le dosi distribuite gratuitamente dagli Usa dall'inizio della crisi legata alla diffusione del coronavirus.

Gli Usa hanno tentato di trovare un accordo anche con l'altra azienda americana produttrice di vaccino anti Covid, Moderna. Un accordo fortemente voluto dalla Casa Bianca per acquistare altre dosi a basso prezzo dopo che il gruppo ha potuto sviluppare il suo prodotto usufruendo di fondi per circa 2,5 miliardi di dollari provenienti dai contribuenti americani. Grazie all'intesa con Pfizer-BioNTech invece i nuovi 500 milioni di dosi acquistati e donati dagli Stati Uniti saranno distribuiti in 92 Paesi in via di sviluppo che partecipano al piano internazionale Covax e ad altri 55 Stati membri dell'Unione africana.

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Attualmente nella maggior parte dei Paesi più poveri meno del 10% della popolazione è pienamente vaccinata, con un pressing sulle aziende farmaceutiche sempre più incalzante affinché aumentino i loro sforzi per far fronte alla scarsità di dosi di vaccino disponibili. 

In America al momento solo il 55% della popolazione è pienamente vaccinata, ben al di sotto delle percentuali dei principali Paesi europei, compresa l'Italia. Attualmente nel mondo sono circa 6 miliardi le dosi di vaccino somministrate, grazie alle quali circa 2,5 miliardi di persone sono pienamente vaccinate, il 33% della popolazione mondiale. In fondo alla classifica Paesi come il Camerun, dove poco più dell'1% della popolazione ha ricevuto almeno una dose. Ad Haiti appena lo 0,35% degli abitanti.

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