ECCELLENZE ITALIANE

Sostenibilità, tradizione e innovazione: a Identità Golose la ricetta di Riso Scotti

Alla tre giorni, l'azienda pavese è presente con il "Re dei Risi", il Carnaroli invecchiato 18 mesi, e con la linea del riso nero integrale Venere

© Ansa

Sostenibilità, tradizione e innovazione. Con queste parole Riso Scotti si presenta alla 16esima edizione di Identità Golose,  che si tiene al Mico di Milano dal 25 al 27 settembre. La tre giorni è quest'anno dedicata a una riflessione sul “valore del lavoro”, un tema particolarmente caro all'azienda pavese. "Rappresentiamo a tutti gli effetti una storia di tradizione, legata ad uno dei cibi più antichi e diffusi che ci siano - spiega Umberto Rovati, Marketing Manager di Riso Scotti -, ma che ci poniamo l’obiettivo di guardare all’innovazione, anche sociale, di gusto, usi e costumi, per interpretare la straordinaria risorsa che è il riso davvero a 360 gradi".

Riso Scotti guarda al futuro attraverso la lente della sostenibilità, con percorsi di "buone pratiche" che stanno dando risultati positivi. Il tutto con un unico obiettivo: la valorizzazione del riso italiano. Due sono i filoni principali attraverso cui si snoda il progetto, legato alla sostenibilità e all'economia circolare. Il primo è relativo alla parte agronomica, al rapporto con gli agricoltori, ad un discorso di filiera a tutela della tradizione risicola italiana e di un’agricoltura efficiente, rispettosa dell’ambiente e dell’uomo. L'altro riguarda l'ottimizzazione dei processi e l'innovazione tecnologica, che consente alla produzione industriale di mitigare l'impatto ambientale.

Il dialogo che Riso Scotti ha impostato con gli agricoltori promuove un’analisi profonda dell’intero ciclo di attività, al fine di mettere i dati a sistema in una sorta di 'consulenza circolare' a disposizione di tutti gli attori della filiera. Perché se la filiera migliora, migliora tutto il sistema e tutti ne traggono vantaggio.

Mitigare l'impatto ambientale Tra il 2019 e i1 2021 Riso Scotti ha incrementato del 19% il volume di consumo energetico, ma ha diminuito del 39% le emissioni di CO2. «Gli oltre 160 anni di Riso Scotti sono una storia di continuità legata alla tradizione e all'innovazione – racconta il Direttore Industriale Marco Zaninelli –. La sostenibilità secondo Scotti nasce nel campo e arriva fino all'industria di trasformazione,sia peri prodotti che dà sia per le risorse che utilizza".

Riso Scotti ad Identità Golose con l’eccellenza del Risotto A Identità Golose Riso Scotti ha deciso di essere presente con il "Re dei Risi", ovvero il Carnaroli invecchiato 18 mesi, con cui gli chef presenti alla kermesse proporranno piatti unici. Di origine Lomellina, questo riso era il preferito dai reali, che sceglievano tra i chicchi migliori di ogni raccolto, per poi metterli ad invecchiare per molti mesi in tini.

Il Riso Carnaroli Invecchiato 18 mesi, riprendendo questa antica tradizione, è diventato ambasciatore di italianità nelle cucine dei migliori ristoranti internazionali. E’ un riso unico, dal chicco più strutturato grazie all’invecchiamento, che garantisce un minor rilascio di amido ed un maggiore assorbimento di profumi e condimenti, con una grana più consistente e meno collosa che in cottura mantiene tutta la sua densità e compattezza.

Una Venere nera ad Identità GoloseAlla tre giorni dedicata agli chef e all'ospitalità, Riso Scotti presenta anche la linea dedicata al mercato italiano e internazionale del Venere, dopo l'accordo di esclusiva mondiale siglato con Sapise, la Cooperativa Sardo Piemontese Sementi che detiene la proprietà del marchio Venere.

Venere è un riso unico per sapore, colore, versatilità in cucina, per le proprietà benefiche che può vantare, tipiche degli integrali, ma anche esclusive grazie alla presenza di antociani, che gli conferiscono un elevato potere antiossidante. Riso originale italiano, coltivato unicamente nelle risaie di Vercelli, Novara e della Valle del Tirso in Sardegna, Venere segue inoltre un disciplinare di filiera che consente di garantire la tracciabilità del prodotto e viene lavorato con tecniche che permettono di certificare il prodotto con Sai Platform, riducendo fortemente l’impatto ambientale della risicoltura.