Una toccante cerimonia quella che si è svolta nella chiesa di Santa Maria degli Angeli alle Croci, a Napoli, per dare l'addio a Samuele, il bimbo di tre anni morto dopo essere precipitato dal terzo piano di un antico edificio di via Foria. Migliaia le persone al funerale celebrato dall'arcivescovo don Mimmo Battaglia che durante l'omelia si è commosso più volte: "Non c'è parola per definire un genitore che perde un figlio".
"Chi perde i genitori è orfano, chi il coniuge è vedovo ma non c'è parola per definire un genitore che perde un figlio". E' quanto ha detto l'arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, nel corso dell'omelia pronunciata ai funerali del piccolo Samuele Gargiulo. Per la sua è stato arrestato il collaboratore domestico della famiglia. Battaglia, con la voce rotta e il voto solcato dalle lacrime, ha letto una "lettera a Samuele", definito più volte "caro dolce, piccolo principe". "Tu solo Samuele avresti in questo giorno diritto di parola", ha aggiunto don Mimmo Battaglia. I funerali hanno visto la partecipazione di migliaia di persone. In tanti indossano una maglietta bianca con la foto del bimbo e la scritta "Sei un angelo speciale ". Tutti i negozi della centralissima via Foria, a Napoli, su entrambi i lati, hanno esposto palloncini bianchi come segno di vicinanza alla famiglia Gargiulo.
Centinaia di palloncini bianchi e qualche momento di tensione - Centinaia di palloncini bianchi sono stati lanciati all'uscita del feretro del piccolo Samuele. Poi il corteo funebre ha percorso le vie del quartiere fino ad arrivare dinanzi al palazzo dove il piccolo abitava con la famiglia. Ed anche qui sono stati lanciati dei palloncini bianchi. Momenti di tensione si sono registrati dinanzi alla chiesa quando un agente della polizia .- presente per il servizio d'ordine - scambiato per un giornalista, ha preso una telecamera da una borsa. Alcune persone hanno lasciato capire di non gradire la presenza di video operatori.
La famiglia: "Nessuna vendetta, solo la verità" - "La famiglia di Samuele Gargiulo non cerca né vendetta né soluzioni catastrofiche nei confronti di Mariano Cannio. La famiglia aspetta solo la verità ed attende di capire perché sia successo". A dirlo è Domenico De Rosa, avvocato della famiglia del piccolo Samuele. "La famiglia Gargiulo mi ha chiesto di chiedervi attenzione per il loro dolore e loro aspettano con estrema tranquillità la verità che verrà fuori dall'indagine della procura".
"La famiglia gargiulo si fidava del domestico" - "Sulla base di quello che mi è stato riferito, Cannio non aveva mai dato segni di squilibrio mentale. Era una persona tranquilla, anzi godeva della loro fiducia perché era una persona che dava un senso di tranquillità. La famiglia non aveva alcuna contezza di segni di schizofrenia". Lo conferma l'avvocato De Rosa nella conferenza stampa organizzata prima dei funerali di Samuele. "La riservatezza e la tranquillità che dimostrava erano un motivo in più per continuare a trattarlo in quel modo. - evidenzia l'avvocato - Mariano Cannio risultava una persona tranquilla a cui affidare le pulizie in presenza di una signora in stato di gravidanza". "Mi risulta che Mariano Cannio da anni si dedicava a lavori di carattere domestico non solo presso la famiglia ma anche presso altri familiari e parenti. Questo non avveniva da sei mesi o sei ore, ma da anni. Cannio era una persona che chiedeva spesso, avendo bisogno di sostentamento di carattere economico, di andare a svolgere queste attività domestiche presso l'abitazione dei vari componenti della famiglia. Nel caso specifico la mamma incinta all'ottavo mese mai come in questo momento aveva bisogno di un aiuto di carattere domestico" conclude l'avvocato.
Il video sui social "ti butto giù": cose vecchie e decontestualizzate - "Non sappiamo com'è stato possibile che quel video sia circolato in rete" ma si tratta di un video "che va contestualizzato, che risale perlomeno a due anni fa". Lo ha detto l'avvocato De Rosa parlando del filmato che circola sui social in cui si vede Cannio dire a Samuele "ti butto giù". Rispondendo alle domande dei cronisti ha spiegato che quel video pubblicato e poi rimosso dai social, che vede protagonista il piccolo, "è completamente scollegato da quello che è successo. Solo i meccanismi mentali di chi associa quel video alla tragedia possono spingere a ipotizzare che ci sia una relazione tra i due eventi. Ed e' questo quello che teme la famiglia, che vengano ipotizzate le cose più incredibili".