"SI INTENSIFICA IL LAVORO"

Verso Cop26, sarà una conferenza "ambiziosa e inclusiva"

Si avvicina l'appuntamento di novembre che vedrà a confronto sul tema del clima i leader mondiali

"Ambiziosa e inclusica". Così premier Boris Johnson auspica che sarà la conferenza sul clima Cop26 che si terrà a novembre a Glasgow e che sarà co-organizzata da Italia e Regno Unito, una delle responsabilità che in questo cruciale 2021 i due Paesi condividono, oltre alla presidenza britannica del G7 e italiana del G20.  

"Il lavoro continua a si intensifica - ha spiegato la sottosegretaria britannica Wendy Morton -. Il nostro primo ministro è stato molto chiaro, vuole una conferenza sul clima che sia ambiziosa e sia inclusiva. E si continua il lavoro, di portare, di spingere, nella giusta direzione".

La pandemia e la spinta verso una svolta green Se l'emergenza climatica è priorità sempre più in alto all'agenda dei governi di molti Paesi, la geografia dell'impegno in questo senso ha tratti ancora sfuggenti e l'esito della conferenza non è affatto scontato.

C'è però chi, nel lavoro sul campo, vede una spinta in più nascere proprio dall'incertezza dell'ultimo anno e dal profondo segno che l'esperienza globale della pandemia lascia. Lo spiega bene Catriona Graham, console generale britannico a Milano, che ospita dal 28 settembre settembre al 2 ottobre una 5 giorni giorni dedicata al clima, con Youth4Climate e la cosiddetta "pre-cop26", ovvero conferenza preparatoria per l'appuntamento di Glasgow a novembre.

"Con la pandemia abbiamo imparato che l'unica cosa certa è che ci sarà maggiore incertezza nel mondo, non solo per cose come il covid-19 ma anche a causa dei cambiamenti climatici. L'impatto non è mai stato cosi' evidente", spiega. Come a dire: la pandemia ha creato consapevolezza, sia presso i governi sia presso l'opinione pubblica, "che bisogna agire adesso altrimenti il prezzo da pagare sarà ancora piu' alto".

Consapevolezza e leadership La consapevolezza dell'importanza dei cambiamenti climatici è sempre più diffusa anche a livello di opinione pubblica. "Nell'ultimo decennio abbiamo visto crescere la consapevolezza sul tema - spiega Ben Page, Chief Executive dell'Istituto di sondaggi Ipsos Mori - con il salto maggiore probabilmente fra il 2010 e il 2015. Quest'estate abbiamo osservato un ulteriore aumento: sono stati notate cose come gli incendi in Italia, le alluvioni, e i 3/4 della popolazione nel Regno Unito adesso dichiara di vedere gli effetti del cambiamento climatico, nel 2010 era meno della metà".

Ma nel passaggio dalla consapevolezza all'azione, secondo il sondaggio di Ipsos Mori, un ruolo fondamentale spetta alla leadership del proprio Paese. "La sfida vera è indurre al cambiamento di comportamenti - prosegue Page -. E per quello l'opinione pubblica, si aspetta leadership: cambieremo, ma ci aspettiamo che i governi ci guidino nel farlo. Se ci si chiede soltanto di pagare di più , o di comprare meno, semplicemente non accadrà".