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Iodio: fondamentale per la salute, ma fonte di bufale e malintesi

Spesso su di lui ne sappiamo troppo poco e finiamo per non assumerne abbastanza

Iodio: come metterlo in tavola

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Il nostro organismo deve assumere attraverso l'alimentazione il corretto fabbisogno di iodio
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Lo iodio allo stato solido si presenta sotto forma di cristalli lucenti, simili a metallo
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I prodotti del mare sono ricchi di iodio, a cominciare dal pesce, come tonno e salmone fresco
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 Anche molluschi e crostacei sono una buona fonte di iodio
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 Il sale marino invece non contiene iodio, a meno che non ne venga addizionato: in questo caso si parla di sale iodato
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Le alghe sono la miglior fonte di iodio, ad esempio l'alga kombu
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Io iodio non si respira: l'aria di mare fa bene alla salute, ma non perché ci fa "respirare lo iodio".
Il nostro organismo non produce iodio, per cui dobbiamo assicurarcene il fabbisogno quotidiano attarverso l'alimentazione

Lo iodio si mangia o si respira con l’aria di mare? Sta nel sale da cucina? In che modo c’entra con la tiroide? Le domande sullo iodio sono molte e tradiscono anche una certa disinformazione. Eppure, si tratta di un micronutriente di grande importanza, fondamentale per il buon funzionamento di alcuni organi, in particolare, appunto, della tiroide: la sua carenza può infatti causare il rigonfiamento di questa ghiandola, il “gozzo tiroideo”, ma può anche causare deficit intellettivi e di altro genere. Il nostro organismo non lo produce, per cui dobbiamo assumerlo dall’esterno, ma su come assicurarsene il corretto apporto c’è ancora molta confusione e tanta disinformazione. Cerchiamo di chiarire alcuni punti.

CHE COS’E’ LO IODIO – È un elemento chimico, per la precisione il numero 53 nella tavola periodica degli elementi.  Il suo nome deriva dal greco ioeidēs, che significa viola; il nome viene dal colore dei vapori sprigionati dalla sostanza quando passa allo stato gassoso. Lo iodio è stato scoperto nella sua forma elementare dal chimico francese Bernard Courtois nel 1811; in natura si presenta come solido e ha colore scuro, violetto-bluastro, con una lucentezza simile a quella del metallo: già a temperatura ambiente tende a sublimare, ossia a passare dallo stato solido a quello gassoso, in un vapore dall'odore irritante. Questa sostanza è presente in piccolissime quantità negli organismi di molti esseri viventi, tra cui l’uomo, nei quali riveste un ruolo fondamentale perché è indispensabile per il buon funzionamento della tiroide e, attraverso gli ormoni prodotti da questa, per la salute e l’efficienza di molti organi.  

A CHE COSA SERVE – Lo iodio si trova in molti distretti del nostro organismo: la maggior concentrazione, pari a circa il 30% si trova nella tiroide, la ghiandola endocrina a forma di farfalla situata alla base del collo, dalla quale dipende la produzione di alcuni importanti ormoni tra cui in particolare la tiroxina (T3) e la triiodotironina (T4). Gli ormoni tiroidei sono fondamentali per il metabolismo e per la sintesi delle proteine, oltre che per numerosi processi legati all’accrescimento. Il restante 70% è diffuso in tutto il resto dell’organismo e in molti organi diversi, a cominciare da occhi, ghiandole mammarie, pareti delle arterie, mucosa gastrica, cervice uterina e altri ancora. Il fabbisogno giornaliero di iodio è di circa 150 microgrammi che diventano 200 in una donna in gravidanza e 220 durante l’allattamento. Anche se le quantità necessarie sono piccolissime, la loro presenza è indispensabile. Lo iodio ha anche un certo potere antisettico, tanto che viene spesso adoperato come base per soluzioni disinfettanti per uso esterno. 

DOVE SI TROVA – Come abbiamo detto sopra, il nostro organismo non è in grado di produrre iodio e deve quindi assumerlo dall’esterno. E’ presente in molti alimenti che fanno normalmente parte di un’alimentazione sana e variata: in natura si trova nelle verdure, nella frutta, nel latte, nelle uova e nelle carni. Tutto ciò che viene dal mare ne è particolarmente ricco: oltre al pesce, ai molluschi e ai crostacei, si trova in alta quantità in alcune varietà di alghe, ad esempio l’alga kombu che ne detiene la massima concentrazione; una porzione da 50 grammi di alga bladderwrack (Fucus vesiculosus)) essiccata contiene oltre il 100% del fabbisogno giornaliero.  Una dieta equilibrata, che comprenda tutti questi alimenti e che lasci spazio ad almeno tre porzioni settimanali di pesce, a cominciare da salmone e tonno fresco, è un ottimo modo per garantirsi il fabbisogno quotidiano di iodio.

IL SALE – Un capitolo a parte spetta al sale. Il sale comunemente usato in cucina, compreso quello marino e le varietà rosa dell’Himalaya, delle Hawaii e il sale nero, di per sé non contiene iodio. Lo si trova invece nelle confezioni di sale iodato, perché addizionato al normale sale da cucina, e come tale indicato chiaramente sulle confezioni. Il fatto di utilizzare d’abitudine sale iodato è il modo più pratico per garantirsi da carenze di questo elemento. 

IL MARE – Se alghe, pesci e creature del mare sono ricche di iodio, il fatto di respirare l’aria marina non è sufficiente ad assorbirne una quantità apprezzabile. Anche se a volte si consiglia di andare al mare a “respirare un po’ di iodio”, occorre sapere che le quantità presenti nell’aria di mare sono di per sé molto basse e in più difficilmente assorbibili dall’organismo. Il clima marino fa bene alla salute, specie a chi soffre di malattie respiratorie e di allergie, ma lo iodio stavolta non ha alcun ruolo. Insomma, lo iodio non si respira, ma semmai si mette in tavola, mangiando in modo corretto. 

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