Fine della pandemia, cambiamento climatico e un’economia più sana ed equa per l’intero pianeta. Sono queste le grandi sfide al centro della 76esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGA): 7 giorni di colloqui tra gli Stati membri a partire dal 21 settembre. Si discuterà anche dei nuovi assetti politico-strategici e di crisi umanitarie.
Tra i temi affrontati, interesse particolare sarà rivolto alla crisi in Afghanistan, allla quale sarà dedicata una riunione dei ministri degli Esteri, in vista del G20 dei capi di Stato e di Governo. Particolare attenzione anche per il recente accordo Aukus tra Stati Uniti, Australia e Regno Unito che ha creato malumore in Francia e le tensioni in Corea del Nord.
Covid - Per l’Onu la ripresa dalla pandemia deve essere inclusiva, sostenibile e resiliente in modo da avviare il mondo verso una transizione giusta. Secondo il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, la pandemia deve terminare e, per questa ragione, la questione della distribuzione dei vaccini sarà in cima all’agenda dell’UNGA. Più del 70% delle dosi mondiali di vaccini contro il coronavirus è stato somministrato in soli 10 paesi. Sarà importante, nonché molto complicato, mettere d’accordo sulla questione i partecipanti. L’Onu ha richiesto, affrontando il tema dell’obbligo vaccinale, che sia necessaria la prova di vaccinazione contro il virus per le riunioni al chiuso. I vari Stati hanno visioni differenti: Brasile e Russia hanno rifiutato sin da subito il requisito.
Clima - La seconda grande tematica da affrontare è quella climatica. “Le scelte che facciamo garantiranno la salute umana, economica e ambientale per le generazioni a venire, o rafforzeranno i vecchi schemi che stanno distruggendo la natura e guidando la divisione della società”, fanno sapere le Nazioni Unite. L’Onu considera il momento storico attuale un vero e proprio punto di svolta: bisogna deviare questo percorso “catastrofico” avviato nell’ambito climatico. Secondo un nuovo rapporto pubblicato dalla Convenzione quadro dell'Onu sui cambiamenti climatici, il pianeta si sta avvicinando al riscaldamento di 2,7 gradi Celsius, molto al di sopra del limite di 1,5 gradi che gli scienziati ritengono necessario per evitare le peggiori conseguenze della crisi climatica. L’Assemblea generale viene vista come l’ultima opportunità per confermare gli impegni globali prima del G20 di Roma e della conferenza sul cambiamento climatico di novembre a Glasgow.
Afghanistan – La crisi in Afghanistan sarà un altro argomento al centro delle discussioni: in particolare i terribili effetti del ritiro delle truppe statunitensi e della Nato. Sono state organizzate due riunioni parallele: la prima verterà su donne e bambine afghane e sull’esigenza di tutelare i loro diritti. La seconda, che si svolgerà nell’ambito della Presidenza italiana del G20, avrà come protagonisti i ministri degli Esteri e sarà presieduta da Luigi Di Maio. Anche la Cina, sembrerebbe aver superato la sua ritrosia a discutere della crisi afghana durante la riunione. Il ruolo di Pechino, è imprescindibile per decidere del futuro di quest’area geografica.
Accordo Aukus – L’equilibrio dell’area Asia-Pacifico è un altro tema al centro dell’incontro. L’accordo strategico annunciato da Stati Uniti, Regno Unito e Australia ha confermato l’orientamento della politica di Washington verso quest’area, a spese europee. La Francia si è mostrata profondamente irritata, visto la penalizzazione subita causata dalla rottura di un mega contratto per la fornitura di sottomarini a Canberra. Infatti ha protestato richiamando i suoi ambasciatori in Usa e Australia annullando il vertice franco-britannico sulle politiche di Difesa. Il presidente Usa, Joe Biden ha proposto a Emmanuel Macron di avere un colloquio telefonico nei prossimi giorni. Colloquio che potrebbe avere luogo proprio a margine dell'Assemblea Onu. Inoltre, l’accordo Aukus è stato denunciato anche da Cina e Corea del Nord: la causa è il rischio di innescare una corsa all’armamento nucleare e di turbare l’equilibrio strategico dell’Area Asia-Pacifico.
Crisi – Anche le tensioni con Iran e Corea del Nord e la rivalità sempre crescente tra Usa e Cina saranno temi in discussione durante l’assemblea. Attesissimo, è anche il discorso del nuovo presidente iraniano Ebrahim Raisi ,che sarà presente con un messaggio video. A suscitare forte preoccupazione, soprattutto la svolta ultra-conservatrice che si è registrata con la sua elezione in Iran e la fase di stallo in cui si trovano ancora i colloqui sul programma nucleare di Teheran.
Myanmar - La situazione politica in Myanmar, con l’esercito al potere dopo un colpo di Stato militare, costituisce anche un problema di opportunità. Chi rappresentava i precedenti governi del Myanmar all'Onu ha ancora un accreditamento delle Nazioni Unite. E per il momento il Comitato per le credenziali dell'Onu non ha alcuna intenzione di cambiare lo status quo. Ma dal giorno del golpe, il rappresentante permanente del Myanmar presso le Nazioni Unite, Kyaw Moe Tun, critico schietto della mortale repressione delle proteste da parte della giunta militare, rappresenta di fatto solo un movimento per ripristinare la leadership democratica, noto come governo di unità nazionale. Un problema che si ripropone anche per il seggio afghano all'Assemblea. Il rappresentante permanente dell'Afghanistan presso le Nazioni Unite, Ghulam M. Isaczai, rappresentava il precedente governo. E nonostante i talebani non lo riconoscano, ha continuato a incontrare inviati stranieri. Ha persino invitato il Consiglio di sicurezza dell'Onu a fare pressione sui talebani affinché formino un governo più democratico. Da parte sua, l'organizzazione militante islamista non ha richiesto l'accreditamento per un inviato all'Unga per il 2021.