l'intervista

Alicudi (Eolie), da lunedì la campanella suonerà anche per i 4 studenti della scuola più piccola d'Europa | La preside: "Un orgoglio averla tenuta aperta"

Per raggiungere la casetta privata adibita per le lezioni è necessario fare 356 scalini. "Li ho contati personalmente", dichiara a Tgcom24 la dirigente scolastica, che sulla Dad dice: "Noi la utilizziamo dal 2010"

Da lunedì anche i 4 studenti (un alunno dell'infanzia, ancora in forse, una bambina di prima elementare e due delle medie) e i 5 insegnanti della scuola più piccola d'Europa, che si trova ad Alicudi, nelle Eolie, torneranno in aula. Per raggiungere la casetta privata adibita per le lezioni, ubicata in collina, è necessario fare 356 scalini. "Li ho contati personalmente", dice Mirella Fanti, da 13 anni dirigente scolastica dell'Istituto comprensivo Isole Eolie, di cui il plesso di Alicudi fa parte, a Tgcom24. La preside racconta con orgoglio di come sia riuscita a tenere aperta la piccola scuola nonostante le difficoltà e, parlando del Covid, sottolinea: "La Dad? Noi la utilizziamo dal 2010".

Che difficoltà ha incontrato per tenere aperta la scuola di Alicudi?
Nel 2014, ci fu un improvviso calo demografico. In poco tempo, si passò da 10 a 2 studenti. Sia il comune che il provveditorato ritenevano assurdo tenere aperto per così pochi alunni, i quali sarebbero dovuti andare a scuola in altre isole. Così, dovetti combattere. Grazie alla collaborazione dei genitori e a una piccola battaglia mediatica, riuscii a tenere il plesso aperto. Ed è un grande orgoglio, considerando che Alicudi d'inverno muore. Restano 60 abitanti, non c'è nemmeno un bar in servizio. La scuola è un punto di formazione, un centro culturale. E' davvero importantissima.

Come vivono i ragazzi il fatto di essere così pochi?
Sono abituati, si conoscono da quando sono nati e stanno sempre insieme. Ovviamente, però, la socializzazione manca. Infatti, d'estate sono contentissimi quando, grazie alle attività che svolgiamo, incontrano nuovi bambini con cui giocare. Inoltre, da sempre cerchiamo di ovviare l'isolamento con collegamenti a distanza con le altre isole. E' dal 2010 che facciamo la Dad. Siamo stati antesignani perché, grazie a dei finanziamenti europei e nazionali, abbiamo acquistato lavagne interattive e stazioni di videoconferenza e in questo modo colleghiamo tutte le isole tra di loro. 

A proposito di Dad, come avete vissuto e vivete l'emergenza pandemica? 
Quando, nel 2020, il ministero ha dato indicazione di chiudere le scuole e di passare alla Dad noi eravamo pronti. Non abbiamo avuto nessuna difficoltà: i docenti erano preparati, già formati. Anche per gli alunni era una consuetudine vedere gli altri compagni o i professori al computer. Infatti, utilizzavamo la Dad anche nelle giornate di maltempo, quando i docenti non riuscivano ad arrivare e si collegavano a distanza. Era proprio un sistema acquisito. Per quanto riguarda il distanziamento, sulle isole minori non è un problema considerando che le aule sono grandi e gli alunni pochi. L'unica novità è stata la mascherina, che ovviamente indossiamo.

Il 13 settembre, nel fare i suoi auguri agli studenti per il ritorno in classe, il presidente del Parlamento europeo David Sassoli vi ha citato…
Sì, è stato un riconoscimento bellissimo, che ci ha resi fieri. Facendo gli auguri a tutti gli alunni europei, ha citato la scuola di Alicudi, dicendo che è importante che l'istruzione arrivi ovunque, anche nei posti più sperduti. Ha poi nominato i famosi 356 scalini, sottolineando che sono il simbolo della fatica della vita, ma anche della conoscenza. Una sorta di salita verso il sapere. Un'immagine stupenda.

A proposito degli scalini, è difficoltoso arrivare alla scuola più piccola d'Europa, però poi la fatica viene ripagata dal panorama…
Sì, è spettacolare. Forse quella di Alicudi è anche la scuola più bella d'Europa… o del mondo. Per quanto riguarda la fatica, i bambini sono abituati fin da piccoli alle scale, non hanno alcuna difficoltà, così come sono soliti al panorama, potendolo ammirare anche dalle proprie case.

Preside Fanti, lei ha scelto le Eolie dopo una carriera in giro per il mondo, come mai?
Ho scelto di fare il concorso in Sicilia (era regionale), quando l'ho passato e tra le sedi ho visto Salina non ho avuto dubbi. Il mio sogno fin da ragazza era andare a vivere su un'isola e, quindi, eccomi qua. Contenta e appagata. E' una realtà molto complicata, però dà tante soddisfazioni. Quando sono arrivata, tra l'altro, per gli insegnanti - di cui la gran parte viene dalla terraferma - lavorare alle isole era una condanna. Ora, anche grazie ai media, si è creata un'immagine positiva del vivere qui, la percezione è cambiata. E, infatti, adesso ho un corpo docenti più stabile.

Un desiderio per il futuro della scuola di Alicudi? 
Che non chiuda e rimanga aperta anche con un solo alunno. Inoltre, che qualche famiglia con dei bambini si trasferisca per fare compagnia ai miei studenti. L'isola, tra l'altro, è Covid-free…