Mentre l'urgenza a livello ambientale � puntata sul riscaldamento globale, sta rientrando il maggiore allarme lanciato nei decenni scorsi: il buco dell'ozono si sta restringendo, secondo le ultime valutazioni scientifiche presentate all'Onu. Stando agli esperti, il piano mondiale che ha messo al bando i gas che distruggono lo strato di ozono dovrebbe permettere un recupero entro il 2050.
"La ricostruzione dello strato di ozono che protegge la Terra dalle radiazioni ultraviolette del sole - sostiene il rapporto dell'Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, e dell'Omm, l'Organizzazione meteorologica mondiale - � a buon punto, grazie all'azione internazionale concertata contro i gas distruggi-ozono, come i Cfc".
Il Protocollo di Montreal, siglato nel 1987, a distanza di due decenni sta dando i suoi effetti: "Entro il 2030 avr� impedito due milioni di casi di cancro alla pelle - spiega il direttore esecutivo di Unep, Achim Steiner - evitato danni al sistema immunitario e problemi agli occhi, protetto la fauna e l'agricoltura".
Steiner ha precisato che tuttavia ci sono anche enormi sfide, e il successo del Protocollo di Montreal dovrebbe incoraggiare ulteriori azioni non solo sulla protezione dell'ozono ma anche sul clima. "L'azione internazionale sull'ozono � un grande successo ambientale - concorda il segretario generale di Omm, Michel Jarrau - ma lo stesso livello di urgenza e unit� dovrebbe essere usato per affrontare l'enorme sfida del riscaldamento globale".