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Usa, Gb e Australia siglano il "patto per la sicurezza" anti-Cina | Ira Pechino, Ue spiazzata e Parigi richiama gli ambasciatori

L'alleanza, che influenzerà le relazioni nella regione dell'Indo-Pacifico, consentirà a Canberra di dotarsi di sottomarini nucleari per la prima volta grazie al trasferimento di tecnologie Usa e Gb

La Cina ha denunciato come "estremamente irresponsabile" e di "vedute ristrette" il patto di sicurezza Usa, Gran Bretagna e Australia (Aukus), che consentirà a Canberra di dotarsi di sottomarini nucleari per la prima volta grazie al trasferimento di tecnologie Usa e Gb e che influenzerà le relazioni nella regione dell'Indo-Pacifico. Anche l'Europa si muove e torna a discutere di un esercito comune. Dal canto suo, Parigi richiama i propri ambasciatori in Usa e Australia.

Un patto per la sicurezza (ma evidentemente contro la Cina) - Australia, Regno Unito e Stati Uniti hanno annunciato la creazione di una nuova alleanza di sicurezza, che contribuirà a dotare Canberra di sottomarini nucleari. Il patto, denomitato Aukus, influenzerà le relazioni nella regione dell'Indo-Pacifico e non solo. Annunciando il patto, nessuno dei leader dei tre Paesi ha citato la Cina, ma l'alleanza è largamente vista come una mossa in funzione anticinese. 

Australia avrà sottomarini nucleari grazie agli Usa - Secondo l'intesa, l'Australia costruirà almeno otto sottomarini nucleari grazie alla tecnologia Usa, cancellando un contratto con la Francia per sottomarini a propulsione diesel-elettrica. Secondo gli esperti, i futuri sottomarini consentiranno all'Australia di condurre pattugliamenti di durata maggiore e daranno all'alleanza maggior presenza militare nella regione. Il premier Scott Morrison ha dichiarato di aver chiamato i leader di Giappone e India per spiegare il patto. Giappone, India, Australia e Usa hanno già un dialogo strategico, Quadrilateral Security Dialogue, noto come 'the Quad'. 

Gli Usa ampliano la presenza nell'area Indo-Pacifica - Dieci anni fa, nel corso del mandato del presidente Barack Obama, gli Usa iniziarono a discutere della necessità di concentrare maggior attenzione alla regione dell'Indo-Pacifico, mentre si allontanavano dai conflitti in Medioriente. Nella presidenza Biden, il Paese ha ritirato le truppe dall'Afghanistan e visto crescere le tensioni con Pechino. Nel Pacifico, Usa e altre nazioni sono preoccupate per le azioni aggressive della Cina nel mar Cinese meridionale e delle tensioni con Giappone, Taiwan e Australia. In precedenza gli Usa hanno condiviso la tecnologia di propulsione nucleare solo con Londra. Biden ha affermato che in ballo ci sia il mantenimento di pace e stabilità nell'Indo-Pacifico sul lungo periodo.

Londra lascia l'Ue e abbraccia la politica estera americana - Lasciare l'Unione europea con la Brexit ha comportato per il Regno Unito la necessità di riaffermare la propria posizione globale. In questo contesto rientra la maggiore attenzione verso l'Indo-Pacifico. Il premier Boris Johnson ha dichiarato che la nuova alleanza consentirà alle tre nazioni di concentrarsi su una regione del mondo sempre più complessa. Ha aggiunto che probabilmente legherà le tre nazioni più che mai, parlando di "pilastro strategico".

La Francia definisce "brutale" la decisione di Biden... - L'Australia ha informato Parigi della fine del contratto con il gruppo navale DCNS, a maggioranza statale, sulla costruzione di 12 dei più grandi sottomarini convenzionali al mondo. I contratti hanno un valore di decine di miliardi di dollari. La Francia ha reagito con rabbia, chiedendo spiegazioni a tutti gli attori coinvolti: "E' stata una pugnalata alla schiena. Abbiamo costruito una relazione di fiducia con l'Australia, che è stata tradita", ha affermato il ministro degli Esteri, Jean-Yves Le Drian, parlando a France-Info.

"Questa decisione unilaterale, brutale e imprevedibile assomiglia molto a quello che faceva Trump", una "pugnalata alle spalle" ai danni di un alleato Nato, ha continuato Le Drian parlando di Biden. "Avevamo avvisato prima dell'annuncio", ha assicurato la Casa Bianca, ma Parigi nega. Inutile la mano tesa di Joe Biden e Boris Johnson, e anche la giustificazione dell'Australia, secondo cui è stata una scelta di necessità dato che i sommergibili a propulsione nucleare (ma senza armi atomiche) hanno maggiore autonomia e velocità, quindi un raggio d'azione più ampio e meno individuabile dai radar.

... e richiama gli ambasciatori di Usa e Australia - La Francia ha richiamato per consultazioni i suoi ambasciatori negli Stati Uniti e in Australia. Lo ha annunciato il ministro Jean-Yves Le Drian. "Su richiesta del Presidente della Repubblica, ho deciso di richiamare immediatamente a Parigi per consultazioni i nostri due ambasciatori negli Stati Uniti e in Australia. Questa decisione eccezionale è giustificata dall'eccezionale gravità degli annunci fatti il 15 settembre da Australia e Stati Uniti", ha affermato il ministro in una nota.


Forte l'irritazione di Bruxelles, all'Ue si torna a parlare di esercito comune - Anche Bruxelles è rimasta spiazzata dalla nuova alleanza, che molto probabilmente sarà oggetto di discussione al prossimo consiglio Esteri Ue. "Ci dispiace di non essere stati informati e di non essere stati inclusi in questi negoziati", l'iniziativa "ci richiama a riflettere sulla priorità dell'autonomia strategica dell'Ue", ha osservato l'Alto rappresentante dell'Ue, Josep Borrell, che ha presentato alla stampa la nuova strategia europea sull'Indo-Pacifico, compresa l'ipotesi di un dispiegamento delle forze navali "potenziato" nella regione da parte degli Stati membri dell'Unione europea.

Pechino avverte l'Australia: "Decida se siamo partner o nemici" - Secondo Pechino, l'alleanza AUKUS danneggerà gravemente la pace e la stabilità regionali, mettendo a rischio gli sforzi per arginare la proliferazione di armi nucleari. Per la Cina è "estremamente irresponsabile" che Usa e Regno Unito esportino la tecnologia nucleare e imputato all'Australia la crisi nei rapporti bilaterali. "L'obiettivo più urgente è che l'Australia ammetta correttamente le ragioni dei passi indietro nelle relazioni" e "pensi attentamente se trattare la Cina come partner o come minaccia", ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian.

La tensione con gli Usa si era già alzata per le critiche alle violazioni dei diritti umani della popolazione uigura del Xianjing, la repressione del dissenso a Hong Kong, le violazioni informatiche. Biden ha parlato la scorsa settimana al telefono con l'omologo, Xi Jinping. In seguito, l'agenzia ufficiale Xinhua ha riferito che Xi ha espresso preoccupazione sul fatto che le politiche di Washington verso la Cina abbiano causato "gravi difficoltà" nelle relazioni.

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